1. Introduzione al reato di Autoriciclaggio
L’autoriciclaggio, disciplinato dall’articolo 648 ter 1 del Codice Penale, si colloca nel Libro II (Dei delitti in particolare), Titolo XIII (Dei delitti contro il patrimonio), Capo II (Dei delitti contro il patrimonio mediante frode). Questo reato riguarda condotte in cui l’autore di un illecito utilizza, sostituisce o trasferisce proventi di origine illecita con l’obiettivo di ostacolare l’identificazione della loro provenienza, reintegrandoli nel circuito dell’economia legale.
La normativa sul reato di autoriciclaggio è pensata per contrastare attività come il riciclaggio e garantire maggiore trasparenza nei rapporti economici. Capire questa fattispecie è fondamentale sia per chi potrebbe essere accusato di aver commesso il reato, sia per chi ritiene di aver subito un danno.
Affrontare un’accusa o una denuncia per autoriciclaggio richiede una consulenza legale specializzata, capace di individuare la strategia difensiva migliore alla luce delle peculiarità del caso e delle più recenti interpretazioni della giurisprudenza.
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2. Testo dell’articolo 648 ter 1 codice penale: condotte punite e pene previste
Si applica la pena della reclusione da due a otto anni e della multa da euro 5.000 a euro 25.000 a chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
La pena è della reclusione da uno a quattro anni e della multa da euro 2.500 a euro 12.500 quando il fatto riguarda denaro o cose provenienti da contravvenzione punita con l’arresto superiore nel massimo a un anno o nel minimo a sei mesi.
La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni.
Si applicano comunque le pene previste dal primo comma se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da un delitto commesso con le condizioni o le finalità di cui all’articolo 416 bis 1.
Fuori dei casi di cui ai commi precedenti, non sono punibili le condotte per cui il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla mera utilizzazione o al godimento personale.
La pena è aumentata quando i fatti sono commessi nell’esercizio di un’attività bancaria o finanziaria o di altra attività professionale.
La pena è diminuita fino alla metà per chi si sia efficacemente adoperato per evitare che le condotte siano portate a conseguenze ulteriori o per assicurare le prove del reato e l’individuazione dei beni, del denaro e delle altre utilità provenienti dal delitto.
Si applica l’ultimo comma dell’articolo 648.
3. Note procedurali dell’articolo 648 ter 1 codice penale
- Arresto in flagranza: È facoltativo ai sensi dell’articolo 381 del Codice di Procedura Penale. Questo significa che le forze dell’ordine possono decidere, a loro discrezione, se procedere con l’arresto immediato quando il reato viene colto in atto.
- Fermo di indiziato di delitto: È consentito secondo l’articolo 384 del Codice di Procedura Penale. Ciò permette alle autorità di trattenere un soggetto sulla base di indizi sufficienti di colpevolezza, anche in assenza di flagranza.
- Misure cautelari personali: Sono consentite, come stabilito dagli articoli 280 e 287 del Codice di Procedura Penale. Queste includono provvedimenti restrittivi, come la custodia cautelare, per evitare la reiterazione del reato o la fuga dell’indagato.
- Intercettazioni: Le intercettazioni telefoniche o di comunicazioni sono consentite come mezzo di ricerca della prova, ai sensi dell’articolo 266 del Codice di Procedura Penale.
- Autorità giudiziaria competente: La competenza varia in base alle circostanze:
- Tribunale collegiale, se ricorrono le condizioni previste dai numeri 3 o 4 dell’articolo 407 del Codice di Procedura Penale.
- Tribunale monocratico, nella maggior parte dei casi.
- Procedibilità: Il reato è perseguibile d’ufficio secondo l’articolo 50 del Codice di Procedura Penale, quindi non è necessaria una querela per avviare l’azione penale.
- Udienza preliminare: È prevista e disciplinata dagli articoli 416 e 418 del Codice di Procedura Penale.
- Termini custodiali: Sono classificati come medi, in base all’articolo 303 del Codice di Procedura Penale. Questo influisce sulla durata massima della custodia cautelare in relazione alle fasi processuali.
- Bene giuridico tutelato: Il reato protegge l’ordine economico e il patrimonio, puntando a preservare la trasparenza e la legalità nelle transazioni economiche.
- Tipologia del reato: È classificato come reato comune, poiché può essere commesso da chiunque, senza che siano richieste particolari qualifiche soggettive.
- Forma di esecuzione del reato:
- Al comma 1, l’esecuzione è libera, poiché le condizioni che concorrono al reato sono semplicemente presupposti.
- Al comma 2, l’esecuzione è vincolata, perché riguarda specificamente l’esercizio di una professione.
- Svolgimento del reato: Si perfeziona con un’azione o un evento. L’impiego dei proventi illeciti può configurarsi come una mera azione, ma può anche generare un risultato naturalistico che completa il delitto.
- Natura del reato: È eventualmente abituale, poiché può essere ripetuto nel tempo secondo quanto stabilito da articoli successivi.
- Prescrizione: La durata della prescrizione è di 8 anni, calcolata a partire dal momento in cui il reato si perfeziona.
- Elemento psicologico: È richiesto il dolo generico, ovvero la volontà di compiere l’azione illecita con la consapevolezza della sua illiceità.
- Tentativo: È configurabile, quindi anche le condotte interrotte prima del compimento del reato possono essere punibili.
- Declaratoria di non punibilità per tenuità del fatto: Può essere applicata, qualora ricorrano i requisiti previsti dalla legge.
- Messa alla prova: Non è concedibile, come stabilito dall’articolo 168-bis del Codice Penale.
4. Esempi pratici del reato di Autoriciclaggio
Esempi pratici dalla parte del presunto autore
- Mario e le scommesse illegali
- Mario gestisce un’attività illecita di contraffazione di documenti e utilizza i proventi per effettuare scommesse sportive di alto valore. Grazie a queste operazioni, tenta di far sembrare le vincite come denaro legittimo. Tuttavia, il reinvestimento in giochi d’azzardo, considerati attività speculative, è una condotta che configura il reato di autoriciclaggio ai sensi dell’articolo 648-ter.1 del Codice Penale.
- Luigi e il fallimento fraudolento
Luigi, amministratore unico di una società dichiarata fallita, sottrae beni patrimoniali aziendali per finanziare una nuova attività imprenditoriale a nome di un parente. Nonostante la procedura fallimentare non sia ancora formalmente conclusa, l’uso di tali beni per ostacolare l’identificazione della loro origine configura il reato di autoriciclaggio, indipendentemente dalla dichiarazione formale di fallimento.
- Antonio e la rete di prestanomi
Antonio, affiliato a un’organizzazione mafiosa, utilizza una rete di prestanomi per acquistare terreni agricoli e giustificare i fondi come proventi di attività agricole. Sebbene il denaro provenga direttamente da attività illecite, il reimpiego tramite prestanomi e investimenti immobiliari rende difficile tracciarne la provenienza, configurando il reato di autoriciclaggio.
Esempi pratici dalla parte della persona offesa
- Giulia e i risparmi truffati
Giulia, una pensionata, investe i suoi risparmi in un fondo consigliato da un intermediario, che in realtà utilizza denaro proveniente da reati fiscali per finanziare speculazioni in borsa. Quando il fondo fallisce, Giulia scopre che l’intermediario ha cercato di mascherare la provenienza illecita dei fondi, configurando così un caso di autoriciclaggio.
- Marco e il danno aziendale
Marco è il creditore principale di una società che, prima del fallimento, ha trasferito il proprio patrimonio a un’altra azienda intestata a un familiare dell’amministratore. Questo spostamento fraudolento dei beni impedisce a Marco di recuperare i propri crediti, costituendo così un’azione punibile come autoriciclaggio.
- Serena e l’eredità scomparsa
Serena scopre che il fratello, utilizzando falsi documenti per gestire l’eredità del defunto padre, ha impiegato i beni in operazioni speculative per nascondere la loro origine e farli apparire legittimi. Tale comportamento non solo priva Serena dei suoi diritti ereditari, ma configura anche un caso di autoriciclaggio.
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5. Massime della Cassazione, con spiegazione, sul reato di Autoriciclaggio
Massima 1:
“In tema di autoriciclaggio, integra la condotta punita dall’art. 648-ter.1 cod. pen. il reinvestimento nel gioco d’azzardo e nelle scommesse dei proventi illeciti, così da mascherarne la provenienza delittuosa, poiché l’alea tipica di quei giochi è assimilabile a quella propria delle “attività speculative” contemplate dalla norma incriminatrice, implicando l’accettazione di un rischio correlato all’impiego delle risorse. (Cass. pen. n. 11325/2023)”
Spiegazione:
Se i proventi di un reato vengono utilizzati per scommesse o giochi d’azzardo, queste operazioni possono essere considerate attività speculative. In questo caso, la natura del gioco d’azzardo viene equiparata ad altre attività economiche ad alto rischio, atte a ostacolare l’identificazione dell’origine del denaro.
Massima 2:
“Ai fini della consumazione del reato di autoriciclaggio riguardante i proventi del delitto presupposto di bancarotta fraudolenta patrimoniale, è irrilevante l’assenza della condizione obiettiva di punibilità della dichiarazione di fallimento. (Cass. pen. n. 22143/2022)”
Spiegazione:
Nel caso di bancarotta fraudolenta, l’autoriciclaggio può essere contestato anche se non è stata formalmente dichiarata la condizione di fallimento. Questo significa che la rilevanza penale del reato si fonda sull’atto illecito in sé, indipendentemente dagli aspetti procedurali.
Massima 3:
“In tema di autoriciclaggio, può costituire delitto presupposto anche un reato contro la fede pubblica, qualora sia fonte diretta dell’utilità economica oggetto dell’operazione di dissimulazione. (Cass. pen. n. 7176/2021)”
Spiegazione:
Anche un reato contro la fede pubblica, come la falsificazione di documenti, può rappresentare il reato base per l’autoriciclaggio. Se il denaro o i beni derivano direttamente da questa attività illecita e vengono occultati o reinvestiti, si configura il reato di autoriciclaggio.
Massima 4:
“Il reato di autoriciclaggio di cui all’art. 648-ter.1 cod. pen., ove commesso dall’appartenente ad un’associazione per delinquere di tipo mafioso, concorre con quello di partecipazione a detta associazione aggravato dal finanziamento di attività illecite, di cui all’art. 416-bis, comma sesto, cod. pen., stante l’obiettiva diversità dei rispettivi elementi costitutivi. (Cass. pen. n. 36283/2020)”
Spiegazione:
Se un individuo legato a un’associazione mafiosa commette autoriciclaggio, il reato si somma a quello di associazione mafiosa. Questo perché i due reati hanno elementi distinti e separati, pur essendo collegati dal punto di vista della condotta.
Massima 5:
“Non integra il delitto di autoriciclaggio, di cui all’art. 648-ter.1 cod. pen., l’impiego del denaro provento di delitto in puntate al gioco del lotto, non potendosi ricondurre detta condotta alle attività “speculative” incriminate dalla norma. (Cass. pen. n. 9751/2019)”
Spiegazione:
L’utilizzo di denaro illecito per il gioco del lotto non è considerato autoriciclaggio, poiché tale condotta non rientra tra le attività speculative che prevedono una gestione razionale del rischio, come richiesto dalla norma.
Massima 6:
“Il delitto di trasferimento fraudolento di valori, di cui all’art. 12-quinquies del D.L. n. 306/1992, concorre con il delitto previsto dall’art. 648-ter.1 cod. pen., in quanto la condotta di autoriciclaggio non presuppone e non implica che l’autore ponga in essere anche un trasferimento fittizio ad un terzo dei cespiti rivenienti dal reato presupposto. (Cass. pen. n. 3935/2017)”
Spiegazione:
Un trasferimento fraudolento di beni tramite un prestanome non esclude la possibilità di contestare il reato di autoriciclaggio. Le due condotte possono coesistere e vengono considerate reati distinti.
Massima 7:
“Non integra il delitto di autoriciclaggio il versamento del profitto di furto su conto corrente o su carta di credito prepagata, intestati allo stesso autore del reato presupposto. (Cass. pen. n. 33074/2016)”
Spiegazione:
Se il denaro derivante da un reato viene depositato su un conto corrente intestato alla stessa persona che ha commesso il reato, non si configura autoriciclaggio. Questa operazione non è considerata idonea a mascherare l’origine illecita dei fondi.
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6. Conclusioni sul reato di Autoriciclaggio
L’autoriciclaggio è un reato complesso che si verifica quando i proventi di un’attività illecita vengono impiegati, trasferiti o reinvestiti in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa. Le sentenze della Cassazione hanno chiarito che operazioni come investimenti speculativi, l’uso di prestanomi o il reimpiego in attività economiche possono costituire autoriciclaggio. Tuttavia, non tutte le condotte sono punibili: è importante distinguere i comportamenti che nascondono l’origine del denaro da quelli che non lo fanno.
In situazioni più complesse, come nei casi di bancarotta fraudolenta o di associazione a delinquere, l’analisi dei fatti diventa ancora più importante per individuare eventuali responsabilità. Comprendere i limiti e le applicazioni del reato di autoriciclaggio richiede un esame attento del contesto.
Se ti trovi coinvolto in un caso di autoriciclaggio, sia come presunto autore che come persona offesa, è fondamentale affidarsi a una consulenza legale qualificata. Per ricevere supporto professionale e chiarire ogni dubbio, visita la pagina “Contatti” e richiedi il tuo appuntamento.