Reato di Diffamazione – Articolo 595 codice penale

1. Cos’è il reato di Diffamazione.

La diffamazione è un reato disciplinato dall’articolo 595 del Codice Penale, inserito nel Libro II, Titolo XII, Capo II, Sezione III, dedicata ai “delitti contro l’onore”. Si configura quando una persona offende la reputazione di un’altra comunicando con più persone, senza che la persona offesa sia presente. Questo reato è punito con pene diverse, che variano a seconda della gravità e delle modalità della condotta, come l’utilizzo di mezzi di diffusione come internet o la stampa. In particolare, la diffamazione a mezzo stampa e la diffamazione online possono avere conseguenze legali più gravi, rendendo fondamentale una difesa legale per diffamazione online efficace.

Se hai ricevuto un avviso di garanzia per diffamazione, è essenziale comprendere i tuoi diritti e le procedure penali per diffamazione. Rivolgersi a un avvocato specializzato in diffamazione ti permetterà di affrontare il processo con la giusta strategia difensiva. Allo stesso modo, se ritieni di essere stato vittima di diffamazione, è importante tutelare la tua reputazione e la tutela legale in Sicilia, soprattutto se il reato è avvenuto attraverso la stampa o il web.

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2. Testo dell’articolo 595 codice penale: condotte punite e pene previste.

L’articolo 595 del Codice Penale stabilisce quando una condotta è considerata diffamazione e quali sanzioni si applicano a chi commette questo reato. La legge prevede pene diverse a seconda della gravità del fatto e del mezzo con cui l’offesa viene diffusa.

Di seguito, il testo integrale dell’articolo 595 del codice penale.

Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro.

Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro.

Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro.

Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.


3. Note procedurali dell’articolo 595 codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

Chi è accusato di diffamazione o ne è vittima deve conoscere le principali regole del procedimento penale. In questa sezione vedremo se per questo reato sono previste misure cautelari, se è possibile l’arresto e quali sono i tempi di prescrizione, informazioni fondamentali per chi si trova coinvolto in un’indagine o in un processo.

Arresto: Non consentito in nessuna ipotesi relativa al reato di diffamazione.

Fermo di indiziato di delitto: Non consentito, essendo esclusa la necessità di misure preventive immediate.

Misure cautelari personali: Non applicabili per questo reato.

Intercettazioni di conversazioni o comunicazioni: Non ammesse come mezzo di ricerca della prova ai sensi dell’art. 266 c.p.p.

Autorità giudiziaria competente: Primo e secondo comma: Giudice di pace, salvo aggravanti di cui al comma 3 dell’art. 4 D.Lgs. 274/2000, che determinano la competenza del Tribunale monocratico. Terzo e quarto comma: Tribunale monocratico (art. 33-ter c.p.p.). Nei casi di competenza del Giudice di pace, le pene applicabili sono: multa da 258 a 2.582 euro, permanenza domiciliare da 6 a 30 giorni, oppure lavoro di pubblica utilità da 10 giorni a 3 mesi (art. 52 D.Lgs. 274/2000).

Procedibilità: A querela di parte, come stabilito dagli articoli 597 e 336 c.p.p.

Udienza preliminare: Non prevista per questo reato (art. 550 c.p.p.).

Tipologia del reato: Comune, applicabile a qualsiasi soggetto.

Forma di esecuzione del reato: Vincolata, consistente nella comunicazione con più persone.

Modalità di perfezionamento: Azione diretta (diffamazione verbale). Può risultare controversa in casi di utilizzo di mezzi diversi, come invio di missive.

Natura del reato: Istantaneo, si consuma al momento della comunicazione offensiva.

Prescrizione: Si estingue entro 6 anni dalla commissione del fatto.

Bene tutelato: L’onore in senso oggettivo, inteso come reputazione sociale.

Tentativo: Non configurabile in ipotesi di diffamazione verbale, secondo l’orientamento prevalente. Configurabile nel caso di diffamazione scritta o con condotte frazionate.

Declaratoria di non punibilità per tenuità del fatto: Possibile, in linea con gli artt. 34 e 35 D.Lgs. 274/2000, quando il reato è di competenza del Giudice di pace.

Messa alla prova (art. 168-bis c.p.): Ammessa, ma nei casi di competenza del Giudice di pace si applicano le disposizioni degli artt. 35 e 54 D.Lgs. 274/2000.


4. Esempi di casi reali del reato di Diffamazione.

Per capire meglio come si applica la legge sulla diffamazione, può essere utile vedere alcuni esempi pratici. Di seguito troverai casi basati su pronunce della Cassazione, che mostrano in quali situazioni il reato viene riconosciuto e quali sono le possibili conseguenze.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

Critica politica su un blog locale. Luigi, amministratore di un blog locale di orientamento politico, pubblica un articolo in cui critica l’operato del sindaco, definendo alcune decisioni “frutto di incompetenza e favoritismi”. La critica prende spunto da una delibera comunale effettivamente emessa e di interesse pubblico. Tuttavia, le espressioni utilizzate, seppur dure, rientrano nel diritto di critica politica poiché non sfociano in attacchi personali gratuiti.

Commento ironico su un social network. Marta, nota influencer, pubblica su Instagram una storia in cui, con tono ironico, critica un servizio pubblico inefficiente, citando un’agenzia comunale e scherzando sul logo dell’ente. Nonostante il sarcasmo, non insulta direttamente i dipendenti né diffonde informazioni false, limitandosi a esprimere una legittima opinione con modalità accettabili.

Articolo giornalistico con verifica delle fonti. Giovanni, giornalista freelance, scrive un articolo per una testata locale su presunti episodi di favoritismo in un bando pubblico. Dopo aver verificato le fonti e basandosi su atti ufficiali, utilizza espressioni critiche ma fondate. L’articolo, pur aspro nei toni, non è configurabile come diffamazione perché rispetta il diritto di cronaca.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

Diffamazione su una pagina Facebook. Alessandro, insegnante, scopre che un genitore ha pubblicato su una pagina Facebook di quartiere un post in cui lo accusa, senza prove, di trattare male gli studenti. L’accusa, basata solo su supposizioni personali, travalica il limite della critica e danneggia la reputazione del docente, configurando il reato di diffamazione.

Video diffamatorio su YouTube. Claudia, commerciante, trova un video su YouTube in cui un cliente insoddisfatto racconta esperienze negative nel suo negozio, attribuendole episodi mai accaduti, come truffe sui prezzi. Il video, visibile da chiunque, danneggia l’immagine pubblica dell’attività, costituendo un esempio di diffamazione tramite mezzi pubblici.

Articolo falso su un blog. Un articolo anonimo su un blog accusa Maria, dirigente scolastica, di aver gestito in modo irregolare fondi pubblici, senza alcun riscontro oggettivo. L’articolo, non verificabile per mancanza di fonti attendibili e di interesse pubblico, rappresenta una grave lesione alla sua reputazione e si qualifica come diffamazione.

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5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sul reato di Diffamazione.

La Corte di Cassazione si è più volte espressa sul reato di diffamazione, chiarendo in quali casi si configura e quali elementi sono rilevanti per la sua valutazione. Qui analizziamo alcune decisioni significative, spiegandole in modo comprensibile per capire meglio l’orientamento dei giudici.

Massima: «In tema di diffamazione, ricorre l’esimente dell’esercizio dei diritti di critica e di satira politica nel caso in cui le espressioni utilizzate esplicitino le ragioni di un giudizio negativo collegato agli specifici fatti riferiti e, pur se veicolate nella forma scherzosa e ironica propria della satira, non si risolvano in un’aggressione gratuita alla sfera morale altrui o nel dileggio o disprezzo personale» (Cass. pen., n. 9953/2022). Spiegazione: L’esercizio della critica politica o della satira è consentito purché non sfoci in un attacco personale gratuito. Espressioni scherzose o ironiche, se collegate a fatti specifici e di pubblico interesse, non configurano reato.

Massima: «In tema di delitti contro l’onore, costituisce legittimo esercizio del diritto di critica politica la diffusione, con mezzo di pubblicità, di giudizi negativi circa condotte biasimevoli poste in essere da amministratori pubblici, purché la critica prenda spunto da una notizia vera, si connoti di pubblico interesse e non trascenda in un attacco personale» (Cass. pen., n. 4530/2022). Spiegazione: Criticare un amministratore pubblico è legittimo se la critica si basa su fatti veri e di interesse generale. Tuttavia, non è ammesso un attacco diretto alla persona privo di collegamento con i fatti.

Massima: «In tema di diffamazione, il contenuto allusivo e insinuante di uno scritto o di una frase pronunciata non assume rilevanza penale nel caso in cui non sia immediatamente e inequivocabilmente percepibile secondo parametri di comune comprensione, ancorati al registro di verifica dell’uomo medio» (Cass. pen., n. 1365/2022). Spiegazione: Un’affermazione ambigua o insinuante non costituisce diffamazione se non può essere chiaramente interpretata come offensiva secondo il senso comune.

Massima: «Il delitto di diffamazione tramite inserimento di un video nel canale “You Tube” ha natura di reato istantaneo di evento, che si consuma nel momento in cui la frase o l’immagine lesiva diventano fruibili da parte di terzi mediante l’inserimento nel “web”, con la conseguenza che da quel momento inizia a decorrere il termine di prescrizione del reato» (Cass. pen., n. 24585/2022). Spiegazione: La diffamazione online si consuma nel momento in cui il contenuto lesivo viene pubblicato e reso accessibile. Da quel momento decorrono i termini di prescrizione del reato.

Massima: «Non osta all’integrazione del reato di diffamazione l’assenza di indicazione nominativa del soggetto la cui reputazione è lesa, qualora lo stesso sia individuabile, sia pure da parte di un numero limitato di persone, attraverso gli elementi della fattispecie concreta» (Cass. pen., n. 2598/2021). Spiegazione: Anche se una persona non viene nominata direttamente, può essere diffamata se è riconoscibile attraverso i dettagli forniti nel contesto dell’offesa.

Massima: «In tema di diffamazione a mezzo stampa, il giornalista che effettua un’intervista può beneficiare dell’esimente del diritto di cronaca con riferimento al contenuto delle dichiarazioni ingiuriose o diffamatorie a lui rilasciate, se riportate fedelmente ed in modo imparziale, senza commenti e chiose capziose a margine» (Cass. pen., n. 41013/2021). Spiegazione: Il giornalista è protetto dal diritto di cronaca se riporta fedelmente le dichiarazioni diffamatorie di terzi senza aggiungere giudizi personali o manipolazioni.

Massima: «In tema di diffamazione tramite “internet”, ai fini della individuazione del “dies a quo” per la decorrenza del termine per proporre querela, occorre fare riferimento, in assenza di prova contraria da parte della persona offesa, ad una data contestuale o temporalmente prossima a quella in cui la frase o l’immagine lesiva sono immesse sul “web”» (Cass. pen., n. 22878/2021). Spiegazione: Nei casi di diffamazione online, il termine per proporre querela decorre dalla data in cui il contenuto lesivo viene pubblicato, salvo prova contraria.

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6. Cosa fare se sei coinvolto nel reato di Diffamazione.

La diffamazione è un reato che può verificarsi in molteplici contesti, dai social network alla diffamazione a mezzo stampa, passando per le conversazioni pubbliche e i mezzi di comunicazione online. Come evidenziato dalle massime della Cassazione, la legge bilancia il diritto di espressione con la tutela dell’onore e della reputazione e tutela legale in Sicilia. È essenziale comprendere che espressioni offensive, se non supportate da fatti veri o di interesse pubblico, possono configurare un reato. Allo stesso tempo, forme di critica politica, giornalistica o satirica sono tutelate se esercitate entro limiti chiari.

Se hai ricevuto un avviso di garanzia per diffamazione, è fondamentale conoscere la procedura penale per diffamazione e i tuoi diritti di difesa. Rivolgersi a un avvocato specializzato in diffamazione ti permetterà di affrontare al meglio il procedimento legale. Se invece sei vittima di questo reato, una difesa legale per diffamazione online può aiutarti a ottenere giustizia, soprattutto in caso di offese sui social network o tramite la stampa.

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