Reato di Riciclaggio – Articolo 648-bis codice penale

1. Cos’è il reato di Riciclaggio.

Il reato di Riciclaggio, previsto dall’Articolo 648-bis del Codice Penale, è un delitto di estrema gravità posto a tutela del patrimonio, della trasparenza finanziaria e dell’economia legale. Si configura quando una persona, consapevole dell’origine delittuosa di un bene, compie operazioni dirette a nasconderne la provenienza o a sostituire il bene con altro denaro o utilità, favorendone il reimpiego nel circuito economico ufficiale.

Questo reato è strategicamente diverso dalla Ricettazione (Art. 648 c.p.), in quanto richiede un quid pluris: un’azione attiva di “lavaggio” (sostituzione, trasferimento, occultamento) per ostacolare l’identificazione. Data la sua connessione con la criminalità organizzata, il Riciclaggio comporta conseguenze penali severe e un regime procedurale rigoroso.


2. Testo dell’articolo 648-bis codice penale: condotte punite e pene previste.

L’Articolo 648-bis del Codice Penale individua le condotte che configurano il reato di Riciclaggio e le pene previste. La norma è estremamente severa perché sanziona l’azione di sostituzione o trasferimento di beni illeciti, mirata a ostacolarne l’identificazione. Comprendere nel dettaglio cosa prevede la legge è il primo passo per impostare una difesa efficace, valutando se le condotte contestate rientrino in tale fattispecie o possano essere riqualificate in ipotesi meno gravi come la ricettazione o l’autoriciclaggio, o escluse del tutto.

Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto; ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 5.000 a euro 25.000.

La pena è della reclusione da due a sei anni e della multa da euro 2.500 a euro 12.500 quando il fatto riguarda denaro o cose provenienti da contravvenzione punita con l’arresto superiore nel massimo a un anno o nel minimo a sei mesi.

La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell’esercizio di un’attività professionale.

La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni.

Si applica l’ultimo comma dell’articolo 648.


3. Note procedurali dell’articolo 648-bis codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

Dal punto di vista procedurale, il reato di Riciclaggio (Art. 648-bis c.p.) presenta conseguenze significative per chi viene indagato o imputato, data la sua natura di delitto ostativo e la sua connessione con la criminalità organizzata. Trattandosi di una fattispecie grave, sono previste severe misure cautelari personali e reali (come il sequestro dei beni), con procedibilità d’ufficio e lunghi termini di prescrizione. Comprendere questi aspetti è essenziale per valutare i rischi concreti durante l’indagine e impostare una strategia difensiva tempestiva ed efficace.

  • Arresto in Flagranza e Fermo di Indiziato: L’arresto è facoltativo (Art. 381 c.p.p.), ma il Fermo di indiziato di delitto è consentito (Art. 384 c.p.p.). L’ammissibilità del Fermo sottolinea la gravità del reato e l’esigenza di prevenire la fuga.
  • Misure Cautelari Personali: Le misure cautelari personali sono pienamente consentite (Artt. 280 e 287 c.p.p.), data la severità delle pene e il potenziale rischio di reiterazione.
  • Intercettazioni: Le intercettazioni di conversazioni o comunicazioni sono ammesse come mezzo di ricerca della prova (Art. 266 c.p.p.), dato che il Riciclaggio è un reato di natura occulta e complessa.
  • Autorità Giudiziaria Competente e Udienza: La competenza è del Tribunale collegiale (Art. 33-bis c.p.p.), a conferma della gravità del reato. L’Udienza preliminare è prevista (Artt. 416 e 418 c.p.p.).
  • Procedibilità: Il reato è perseguibile d’ufficio (Art. 50 c.p.p.), poiché protegge l’amministrazione della giustizia e l’ordine economico, non solo il patrimonio del singolo.
  • Bene Tutelato e Natura del Reato: Il reato protegge l’amministrazione della giustizia e l’ordine economico. È un reato comune, a forma di esecuzione variabile (libera nella prima parte del comma 1, vincolata nella seconda parte) e ha natura istantanea con evento (si perfeziona con l’atto di “lavaggio”).
  • Elemento Psicologico e Tentativo: È richiesto il dolo generico (consapevolezza e volontà di compiere l’atto, sapendo che il bene è illecito). Il Tentativo è configurabile, rendendo punibili le condotte idonee che non realizzano il risultato finale (l’occultamento totale).
  • Prescrizione e Termini: Il termine di prescrizione è di 12 anni, riflettendo la gravità del delitto. I termini di custodia cautelare sono medi (Art. 303 c.p.p.).
  • Benefici e Limiti: Né la Declaratoria di non punibilità del fatto né la Messa alla prova (Art. 168-bis c.p.) sono ammesse, data la gravità e la pena elevata prevista per il reato.

4. Esempi di casi reali del reato di Riciclaggio.

Per comprendere come si configura il reato di Riciclaggio, è utile analizzare alcuni casi pratici che mostrano l’azione di “lavaggio” del bene illecito e come le indagini riescano a risalire alla provenienza delittuosa.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

Utilizzo del conto corrente per riciclaggio di somme di denaro. Mario, un impiegato, permette il deposito di denaro derivante da frode sul suo conto, prelevando e consegnando poi la somma in contanti. Mario è accusato di riciclaggio perché ha compiuto atti diretti a ostacolare l’identificazione dell’origine del denaro (tramite la sua sostituzione con contanti puliti e l’uso del conto come schermo). La difesa deve provare l’assenza del dolo (consapevolezza della provenienza illecita).

Occultamento di beni di origine furtiva. Giuseppe acquista un trattore di sospetta origine furtiva e sostituisce le targhe e il numero di telaio, registrando il mezzo con nuovi documenti. Viene accusato di riciclaggio per aver modificato e occultato il mezzo al fine di nasconderne la provenienza delittuosa. La condotta è un classico esempio di ostacolo all’identificazione.

Clonazione di un cane con microchip sostituito. Luca riceve un cane rubato e sostituisce il microchip per farlo apparire come proprio. Questo caso estende il concetto di riciclaggio a beni mobili con identificativo seriale. Luca è accusato di riciclaggio per aver alterato l’identificativo del bene (il microchip) per ostacolarne l’identificazione, integrando il reato.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

Frode bancaria e riciclaggio. Elena, vittima di frode bancaria, scopre che la somma sottratta è stata trasferita a un conto intestato a un soggetto che ha incassato il denaro. Il titolare del conto è accusato di riciclaggio per aver agito come schermo per nascondere l’origine della somma. L’indagine si concentra sul provare la consapevolezza del titolare del conto (il riciclatore).

Riciclaggio di veicoli rubati. Fabio scopre che la sua auto rubata è stata smontata e rivenduta a pezzi con numeri di telaio modificati. Il responsabile viene arrestato per riciclaggio perché ha volutamente alterato l’identità del bene per reimpiegarlo nel circuito economico (i pezzi di ricambio). La tua assistenza è fondamentale per Fabio per rivalersi contro l’autore del reato.

Somme rubate trasferite tramite money transfer. Sofia, vittima di truffa telematica, nota che i fondi sottratti sono stati movimentati su piattaforme di trasferimento internazionale di denaro, utilizzando dati di complici esteri. Il responsabile del riciclaggio è perseguito per aver utilizzato i servizi di money transfer per occultare l’origine transnazionale dei fondi. Questo esempio evidenzia la complessità investigativa e la natura internazionale del reato.


5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sul reato di Riciclaggio.

Le sentenze della Corte di Cassazione offrono un punto di riferimento fondamentale per interpretare il reato di Riciclaggio (Art. 648-bis c.p.). Attraverso le pronunce più significative, la Suprema Corte ha chiarito quali condotte integrano effettivamente il reato (sostituzione, occultamento) e ha definito il cruciale confine con l’Autoriciclaggio e la Ricettazione. Analizzare la giurisprudenza consente di comprendere come deve essere valutata la consapevolezza dell’imputato (il dolo) e di impostare una strategia difensiva coerente con le decisioni più recenti.

Massima: «Integra il delitto di riciclaggio la condotta di chi, senza aver concorso nel delitto presupposto, metta a disposizione il proprio conto corrente per ostacolare l’accertamento della delittuosa provenienza delle somme da altri ricavate mediante frode informatica, consentendone il versamento su di esso e provvedendo, di seguito, al loro incasso» (Cass. pen., n. 19125/2023). Spiegazione: Questa massima chiarisce che chiunque utilizzi il proprio conto corrente per agevolare l’occultamento della provenienza illecita di denaro, ad esempio da una frode informatica, commette il reato di riciclaggio. Non è necessario che la persona abbia partecipato al reato originale per essere punibile.

Massima: «Integra il delitto di riciclaggio la condotta idonea a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di una rilevante somma di denaro, qualora, per il luogo e le modalità dell’occultamento, possa ritenersi certa la sua provenienza illecita, non essendo necessario, a tal fine, l’accertamento giudiziale della commissione del delitto presupposto, della sua esatta tipologia e dei suoi autori» (Cass. pen., n. 16012/2023). Spiegazione: Anche senza identificare con precisione il reato presupposto, il riciclaggio può essere dimostrato quando le modalità di occultamento rendono evidente la provenienza illecita. Questo consente al giudice di basarsi su prove logiche senza dover provare dettagli specifici del delitto originario.

Massima: «Integra il reato di riciclaggio la condotta di chi, impossessatosi di un cane di provenienza furtiva, sostituisce il microchip che lo contraddistingue, essendo tale operazione idonea ad ostacolare l’accertamento dell’origine delittuosa dell’animale» (Cass. pen., n. 9533/2022). Spiegazione: Anche il tentativo di alterare l’identità di un bene, come sostituire un microchip in un cane rubato, configura riciclaggio, poiché rende difficile risalire alla sua origine delittuosa.

Massima: «In tema di riciclaggio, il reato presupposto può essere anche commesso all’estero» (Cass. pen., n. 23679/2020). Spiegazione: Non importa dove sia stato commesso il reato originario, anche se avvenuto all’estero, il riciclaggio può essere perseguito in Italia se i beni o il denaro di origine illecita vengono movimentati nel nostro territorio.

Massima: «Integra un autonomo atto di riciclaggio, essendo il delitto di cui all’art. 648-bis cod. pen. a forma libera ed attuabile anche con modalità frammentarie e progressive, il prelievo di denaro di provenienza delittuosa da un conto corrente bancario» (Cass. pen., n. 21687/2019). Spiegazione: Prelevare da un conto corrente denaro di origine illecita configura riciclaggio, indipendentemente dalle modalità. Anche una serie di operazioni frammentarie e progressive può costituire un singolo reato.

Massima: «Integra il delitto di riciclaggio la condotta di chi, dopo avere ricevuto beni di provenienza furtiva, pur senza porre in essere condotte di trasformazione, occulti gli stessi in modo da rendere difficoltosa l’individuazione dell’origine delittuosa» (Cass. pen., n. 46754/2018). Spiegazione: Anche il semplice occultamento di beni rubati, senza ulteriori trasformazioni, può essere considerato riciclaggio se finalizzato a ostacolare l’identificazione della loro provenienza.

Massima: «In tema di riciclaggio, si configura il dolo eventuale quando l’agente ha la concreta possibilità di rappresentarsi, accettandone il rischio, la provenienza delittuosa del denaro ricevuto ed investito» (Cass. pen., n. 36893/2018). Spiegazione: Il reato di riciclaggio può essere commesso anche se l’autore non ha certezza assoluta dell’origine illecita dei beni, ma accetta consapevolmente il rischio che provengano da un reato.


6. Cosa fare se sei coinvolto nel reato di Riciclaggio.

Il reato di Riciclaggio (Art. 648-bis c.p.) si configura quando si compiono atti diretti a ostacolare l’identificazione dell’origine illecita di beni o denaro. La Cassazione ha più volte chiarito che anche operazioni apparentemente innocue, come il semplice trasferimento su un conto, possono integrare la fattispecie, se finalizzate a nascondere la provenienza delittuosa. Il reato è complesso, grave (delitto ostativo) e procedibile d’ufficio.

Data questa complessità, è cruciale difendersi dal rischio di essere accusati per superficialità o fiducia mal riposta. Il nostro studio è specializzato nel valutare il dolo dell’agente e nel contrastare l’accusa di riciclaggio. Per ricevere una consulenza immediata e definire una strategia di difesa personalizzata a Siracusa o Catania, visita la pagina Contatti del nostro sito.