Reato di Sequestro di persona – Articolo 605 codice penale

1. Cos’è il reato di Sequestro di persona.

Il reato di Sequestro di persona, disciplinato dall’Articolo 605 del Codice Penale, è una fattispecie che tutela la libertà personale, un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana. Questo reato si verifica quando una persona viene privata, anche temporaneamente, della propria libertà di movimento contro la sua volontà.

Il delitto si configura per qualsiasi motivazione non prevista da altre norme specifiche, distinguendosi nettamente dal ben più grave Sequestro di persona a scopo di estorsione (Art. 630 c.p.) per l’assenza del fine di profitto come elemento qualificante. La legge punisce severamente chi limita la libertà personale, e la sua configurazione richiede l’analisi della durata della privazione e delle modalità di esecuzione.


2. Testo dell’articolo 605 codice penale: condotte punite e pene previste.

Per comprendere i confini del delitto, è fondamentale analizzare come l’Articolo 605 del Codice Penale sanzioni la privazione della libertà personale per un qualsiasi scopo, distinguendosi dal sequestro a scopo di estorsione (Art. 630 c.p.). La norma prevede una pena elevata che aumenta in presenza di aggravanti (ad esempio, la durata della privazione o la minorata difesa della vittima), rendendo cruciale la corretta qualificazione della condotta.

Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni.

La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso:

1) in danno di un ascendente, di un discendente, o del coniuge;

2) da un pubblico ufficiale, con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni.

Se il fatto di cui al primo comma è commesso in danno di un minore, si applica la pena della reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso in presenza di taluna delle circostanze di cui al secondo comma, ovvero in danno di minore di anni quattordici o se il minore sequestrato è condotto o trattenuto all’estero, si applica la pena della reclusione da tre a quindici anni.

Se il colpevole cagiona la morte del minore sequestrato si applica la pena dell’ergastolo.

Le pene previste dal terzo comma sono altresì diminuite fino alla metà nei confronti dell’imputato che si adopera concretamente:

1) affinché il minore riacquisti la propria libertà;

2) per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, aiutando concretamente l’autorità di polizia o l’autorità giudiziaria nella raccolta di elementi di prova decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l’individuazione o la cattura di uno o più autori di reati;

3) per evitare la commissione di ulteriori fatti di sequestro di minore.

Nell’ipotesi prevista dal primo comma, il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che il fatto sia commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità.


3. Note procedurali dell’articolo 605 codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

Dal punto di vista processuale, il Sequestro di persona è un reato a natura permanente con un regime procedurale estremamente variabile, che muta radicalmente in base al comma applicato e alla gravità delle aggravanti. È fondamentale identificare correttamente la fattispecie per stabilire la competenza (dal Tribunale Monocratico alla Corte d’Assise), la procedibilità (d’ufficio o a querela) e i termini di prescrizione (fino all’imprescrittibilità).

  • Arresto in Flagranza: L’arresto è facoltativo per le ipotesi del primo, secondo e terzo comma (Art. 381 c.p.p.). Diventa obbligatorio solo per l’ipotesi più grave prevista dal quarto comma (Art. 380 c.p.p.).
  • Fermo di Indiziato di Delitto: Lo strumento del fermo è consentito solo per le ipotesi del terzo e quarto comma (Art. 384 c.p.p.). Attenzione: Esistono norme speciali (D.Lgs. n. 159/2011) che permettono il fermo anche in casi di pena inferiore, purché sussista il pericolo di fuga.
  • Misure Cautelari Personali: Le misure restrittive sono applicabili in relazione a tutte le fattispecie previste (Art. 280 e 287 c.p.p.), data la lesione alla libertà personale.
  • Intercettazioni: Le intercettazioni di conversazioni e comunicazioni sono consentite come mezzo di ricerca della prova (Art. 266 c.p.p.).
  • Autorità Giudiziaria Competente (Variazione Cruciale): La competenza muta radicalmente in base alla gravità:
  • Tribunale Monocratico: Per i fatti meno gravi (primo e secondo comma).
  • Tribunale Collegiale: Per i fatti aggravati (terzo comma).
  • Corte d’Assise: Per l’ipotesi più grave prevista dal quarto comma, data l’elevata pena edittale.
  • Procedibilità: Il reato è perseguibile d’ufficio, eccetto che per le ipotesi del primo comma, per cui è richiesta la querela di parte.
  • Natura e Struttura del Reato: Il reato tutela la libertà personale e ha natura permanente, protraendosi fino alla cessazione della condotta illecita. Si configura come un reato a evento, realizzato con la privazione della libertà.
  • Udienza e Termini Custodiali: L’Udienza preliminare è prevista per tutte le ipotesi. I termini di custodia cautelare sono medi per i primi tre commi e lunghi per il quarto comma, nonostante la presenza di attenuanti (che riducono la pena, ma spesso mantengono i termini cautelari medi).
  • Prescrizione: Il reato presenta termini di prescrizione variabili e lunghi, che culminano nell’imprescrittibilità per l’ipotesi più grave prevista dal quarto comma.
  • Elemento Psicologico e Tentativo: È richiesto il dolo generico (consapevolezza e volontà di privare qualcuno della libertà). Il Tentativo è configurabile per tutte le ipotesi di reato.
  • Benefici: La Declaratoria di non punibilità per tenuità del fatto è possibile solo per le ipotesi meno gravi (primo e secondo comma). La Messa alla prova non è concedibile (Art. 168-bis c.p.p.).

4. Esempi di casi reali del reato di Sequestro di persona.

Per comprendere come il reato di Sequestro di persona si configura, è fondamentale analizzare i casi reali che chiariscono il requisito della durata apprezzabile della privazione della libertà e il dolo generico dell’agente. Questi esempi illustrano il cruciale confine tra la Rapina/Violenza Privata e il Sequestro autonomo (Art. 605 c.p.), che innesca conseguenze penali molto più severe.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

Caso di Marco e l’eredità contesa. Marco chiude il fratello Luca nel seminterrato per impedirgli di partecipare a una riunione notarile. L’azione configura il reato di Sequestro di persona, poiché la privazione della libertà si è protratta per un tempo apprezzabile (diverse ore), superando il confine della mera violenza privata (Art. 610 c.p.). La difesa deve concentrarsi sulla non apprezzabilità della durata.

Giovanni e la rapina improvvisata. Giovanni, durante una rapina, lega il proprietario in uno sgabuzzino per evitarne l’allarme. La privazione della libertà si configura come sequestro autonomo (Art. 605 c.p.), poiché si protrae oltre il tempo strettamente necessario alla consumazione del furto o della rapina. Questo innesca un concorso di reati e pene molto più severe per Giovanni.

Riccardo e il litigio con il vicino. Riccardo spinge il vicino nel suo appartamento e lo blocca chiudendo la porta con una sedia. La condotta integra il reato di Sequestro di persona perché la sedia ha costituito un mezzo idoneo e coercitivo per limitare la libertà personale della vittima per ore. Non è necessaria una violenza fisica diretta, ma la coazione che impedisce l’uscita.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

Anna e il conflitto familiare. Anna, anziana con difficoltà cognitive, viene trattenuta contro la sua volontà dal figlio Paolo (che la chiude in una stanza per motivi ereditari). La privazione della libertà di Anna, data la sua condizione di vulnerabilità, rafforza la gravità del Sequestro di persona, anche se temporaneo, e comporta l’applicazione di misure restrittive per il figlio.

Sofia e il datore di lavoro abusivo. Sofia, dipendente, viene segregata per un’intera giornata lavorativa, chiusa a chiave dal datore di lavoro per impedirle l’uscita. Questa condotta configura Sequestro di persona, poiché il datore di lavoro limita arbitrariamente la libertà personale delle lavoratrici, violando i diritti fondamentali e superando ogni obbligo contrattuale.

Gabriele e il rapimento per vendetta. Gabriele viene costretto con violenza a salire in macchina e gli viene impedito di fuggire. La condotta degli aggressori integra il reato di Sequestro di persona. Il fatto che il reato sia a natura permanente (si protrae nel tempo finché la privazione della libertà continua) è cruciale per le indagini e l’applicazione delle misure cautelari.


5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sul reato di Sequestro di persona.

La Corte di Cassazione ha fornito indicazioni fondamentali sull’interpretazione dell’Articolo 605 c.p., chiarendo come si configura il reato in assenza del movente estorsivo. Le sue pronunce sono essenziali per definire il confine tra il Sequestro di persona (reato permanente e autonomo) e la meno grave Violenza privata (Art. 610 c.p.), focalizzandosi sulla durata apprezzabile della privazione della libertà e sulle modalità coercitive utilizzate.

Massima: «L’incapacità per infermità della persona offesa, che costituisce presupposto normativo per la procedibilità d’ufficio del reato di sequestro di persona, delinea tutte quelle situazioni in cui, anche transitoriamente, e non necessariamente a causa di una malattia o disturbo psichiatrico o neurologico, il soggetto passivo presenti una riduzione della sua sfera cognitiva e/o volitiva, pur non risultando radicalmente compromesse o grandemente scemate nel loro complesso le sue capacità intellettive» (Cass. pen., n. 33865/2023). Spiegazione: Questo principio chiarisce che il reato può essere perseguito d’ufficio se la vittima è in una condizione di incapacità cognitiva o volitiva, anche temporanea. Non è necessario che questa incapacità sia totale o derivante da una patologia specifica, ma è sufficiente che limiti in modo significativo la capacità di autodeterminazione.

Massima: «Il reato di sequestro di persona è assorbito in quello di rapina aggravata di cui all’art. 628, comma terzo, n. 2 cod. pen. solo quando la violenza usata per il sequestro si identifica e si esaurisce col mezzo immediato di esecuzione della rapina stessa, non quando invece ne preceda l’attuazione con carattere di reato assolutamente autonomo, anche se finalisticamente collegato alla rapina ancora da porre in esecuzione o ne segua l’attuazione per un tempo non strettamente necessario alla consumazione» (Cass. pen., n. 18913/2022). Spiegazione: Se il sequestro è funzionale e limitato alla rapina, il reato è assorbito. Tuttavia, se il sequestro ha una durata o un’autonomia maggiore rispetto all’atto della rapina, costituisce un reato distinto.

Massima: «In tema di sequestro di persona, ai fini della limitazione della libertà di locomozione della vittima, non è necessario che quest’ultima sia fin dall’inizio contraria ad accompagnarsi con i futuri aggressori, ma è sufficiente che, ad un certo momento, si determini un evidente conflitto tra la sua volontà e il comportamento obiettivo dei suoi accompagnatori che, con qualsiasi forma di violenza, anche passiva, le impediscano di compiere atti di affrancamento dalla loro sfera di arbitrio e che tale conflitto perduri per un certo tempo» (Cass. pen., n. 20213/2022). Spiegazione: Il sequestro di persona può configurarsi anche se inizialmente la vittima accetta di accompagnarsi all’aggressore. È sufficiente che, a un certo punto, emerga una volontà di opporsi e che questa venga coartata attraverso violenza fisica o psicologica.

Massima: «Configura il reato di sequestro di persona la condotta di chi chiude a chiave (o dispone di chiudere a chiave) i propri dipendenti all’interno del locale aziendale ove si svolge l’attività lavorativa, segregandoli per l’intera giornata di lavoro» (Cass. pen., n. 34469/2018). Spiegazione: Chi limita la libertà di movimento di un’altra persona, anche in contesti come il lavoro, commette sequestro di persona. Questo vale, ad esempio, se i dipendenti vengono chiusi a chiave in un luogo per impedire loro di uscire.

Massima: «In tema di sequestro di persona in danno di minori, può essere concessa la circostanza attenuante dell’essersi adoperato concretamente affinché il minore riacquisti la propria libertà, di cui all’art. 605, comma quarto, n. 1, cod. pen., solo qualora venga accertato che il rilascio della vittima sia stato determinato da un comportamento oggettivamente rilevante e non da fattori esterni al sequestrante, non potendo coincidere la liberazione della persona offesa con il mero esaurimento della condotta criminosa» (Cass. pen., n. 21729/2021). Spiegazione: Per ottenere un’attenuante, è necessario che il rilascio del minore sequestrato sia frutto di un’azione concreta del sequestratore, e non solo del termine naturale del reato o del timore di forze esterne.

Massima: «Ai fini della configurabilità dell’elemento materiale del delitto di sequestro di persona, non è necessario che la costrizione si estrinsechi con mezzi fisici, dovendosi ritenere sufficiente anche una condotta che comporti una coazione di tipo psicologico, tale, in relazione alle particolari circostanze del caso, da privare la vittima della capacità di determinarsi ed agire secondo la propria autonoma ed indipendente volontà» (Cass. pen., n. 46566/2017). Spiegazione: Non è indispensabile che il sequestro avvenga attraverso una coercizione fisica. Anche una pressione psicologica sufficiente a limitare la libertà di movimento della vittima costituisce reato.

Massima: «Il delitto di sequestro di persona non implica necessariamente che la condizione limitativa imposta alla libertà di movimento sia obiettivamente insuperabile, essendo sufficiente che l’attività anche meramente intimidatoria o l’apprestamento di misure dirette ad impedire o scoraggiare l’allontanamento dai luoghi ove si intende trattenere la vittima, se non attraverso iniziative imprudenti e pericolose per la propria persona, siano idonei a determinare la privazione della libertà fisica di quest’ultima» (Cass. pen., n. 11634/2019). Spiegazione: La privazione della libertà non deve necessariamente essere assoluta. Anche una condizione intimidatoria o la predisposizione di ostacoli che scoraggino l’allontanamento possono integrare il reato di sequestro di persona.


6. Cosa fare se sei coinvolto nel reato di Sequestro di persona.

Il reato di Sequestro di persona (Art. 605 c.p.) si configura quando una persona è privata della libertà contro la sua volontà, anche temporaneamente. Le Massime della Cassazione chiariscono che il delitto è autonomo rispetto ad altri reati come la Rapina, poiché la privazione della libertà si protrae oltre il tempo necessario per il reato principale. La tutela della libertà personale è garantita anche da condotte di coercizione psicologica.

È fondamentale comprendere il regime processuale variabile (Tribunale Monocratico, Collegiale o Corte d’Assise a seconda delle aggravanti) e la natura permanente del reato. Una difesa mirata è indispensabile per chiarire la tua posizione e per la costruzione della miglior strategia.

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