Circostanze aggravanti del reato di Lesione personale – Articolo 583 codice penale

1. Cosa sono le Circostanze aggravanti del reato di Lesione personale.

Le Circostanze aggravanti del reato di Lesione personale, disciplinate dall’Articolo 583 del Codice Penale, sono disposizioni che definiscono la massima severità del delitto. Queste aggravanti qualificano la lesione come Grave o Gravissima, innalzando drasticamente la pena rispetto alla lesione semplice (Art. 582 c.p.).

La corretta qualificazione medico-legale di queste circostanze è il fulcro della difesa penale, poiché il passaggio da Lesioni Lievi a Lesioni Gravi determina la procedibilità d’ufficio e l’applicazione di misure cautelari molto più severe.

Lesione grave – Articolo 583, comma 1, codice penale.

La Lesione Personale è Grave quando il danno causato alla vittima rientra in uno dei seguenti criteri:

  • La malattia metta in pericolo la vita della persona offesa;
  • La malattia o l’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni si protragga per un tempo superiore ai quaranta giorni;
  • La lesione produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo.

Lesione gravissima – Articolo 583, comma 2, codice penale.

La Lesione Personale è Gravissima (la fattispecie più severa, punita con reclusione da sei a dodici anni) quando il danno è definitivo e insanabile, configurandosi in caso di:

  • Una malattia certamente o probabilmente insanabile;
  • La perdita di un senso o di un arto;
  • La perdita dell’uso di un organo o della capacità di procreare;
  • Una permanente e grave difficoltà della favella o la deformazione, ovvero lo sfregio permanente del viso.

2. Testo dell’articolo 583 codice penale: lesione grave e lesione gravissima.

Per comprendere il salto di qualità sanzionatorio e le estreme conseguenze del delitto, è fondamentale analizzare come l’Articolo 583 del Codice Penale definisca i due gradi di massima severità: Lesione Grave e Lesione Gravissima. La norma stabilisce criteri medico-legali rigorosi (durata, pericolo di vita o permanenza del danno) che, se accertati, determinano la procedibilità d’ufficio e l’applicazione di pene detentive notevolmente più alte rispetto alla lesione semplice.

La lesione personale è grave e si applica la reclusione da tre a sette anni:

1) se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa, ovvero una malattia o un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni;

2) se il fatto produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo;

La lesione personale è gravissima, e si applica la reclusione da sei a dodici anni, se dal fatto deriva:

1) una malattia certamente o probabilmente insanabile;

2) la perdita di un senso;

3) la perdita di un arto, o una mutilazione che renda l’arto inservibile, ovvero la perdita dell’uso di un organo o della capacità di procreare, ovvero una permanente e grave difficoltà della favella;


3. Note procedurali dell’articolo 583 codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

Dal punto di vista processuale, le circostanze aggravanti di cui all’Articolo 583 c.p. (Lesione Grave e Gravissima) determinano un drastico salto di severità del procedimento. È fondamentale conoscere che il reato è sempre procedibile d’ufficio, ammette misure cautelari custodiali e che la competenza varia (Tribunale Monocratico vs. Collegiale) in base all’esito medico-legale finale, che è il fattore determinante dell’accusa.

  • Arresto in Flagranza: L’arresto è facoltativo in flagranza (Art. 381 c.p.p.).
  • Fermo di Indiziato di Delitto: Il fermo è consentito (Art. 384 c.p.p.), dato il limite di pena elevato (fino a sette anni per le lesioni gravi, fino a dodici per le gravissime).
  • Misure Cautelari Personali: Sono pienamente consentite (Artt. 280, 287 c.p.p.), data la gravità del delitto contro la persona.
  • Intercettazioni: Le intercettazioni di conversazioni o comunicazioni sono consentite come mezzo di ricerca della prova (Art. 266 c.p.p.), data la pena elevata.
  • Autorità Giudiziaria Competente (Variazione Cruciale): La competenza varia in base al grado di lesione: a) Tribunale Monocratico: Competente per l’ipotesi di Lesione Grave (comma 1, Art. 33-ter c.p.p.); b) Tribunale Collegiale: Competente per l’ipotesi di Lesione Gravissima (comma 2, Art. 33-bis c.p.p.), data la pena massima più elevata.
  • Procedibilità e Giudizio: Il reato è sempre perseguibile d’ufficio (Art. 50 c.p.p.), dato che lede gravemente l’incolumità individuale. L’Udienza preliminare è prevista (Artt. 416, 418 c.p.p.).
  • Natura del Reato: Le circostanze aggravanti (grave/gravissima) sono a effetto speciale e quindi modificano la pena in modo significativo.
  • Termini Custodiali: I termini di custodia cautelare sono classificati come medi (Art. 303 c.p.p.).
  • Prescrizione: I termini sono notevolmente più lunghi: 7 anni per l’ipotesi di Lesione Grave (comma 1) e 12 anni per l’ipotesi di Lesione Gravissima (comma 2).
  • Tentativo e Benefici: Poiché l’Art. 583 c.p. definisce solo la gravità del risultato, la sua natura di aggravante a effetto speciale non incide sulla configurabilità del Tentativo del reato base (Art. 582 c.p.). La Messa alla prova (Art. 168-bis c.p.) è possibile per il reato base, poiché le aggravanti non precludono automaticamente tale beneficio.

4. Esempi di casi reali delle Circostanze aggravanti del reato di Lesione personale.

Per comprendere il rigore medico-legale che definisce il reato, è fondamentale analizzare casi reali che chiariscono il cruciale requisito della prognosi medica e della permanenza del danno. Questi esempi illustrano come la giurisprudenza valuti il superamento della soglia dei 40 giorni e l’irreversibilità estetica o funzionale (sfregio o indebolimento di un organo), elementi che fanno scattare la procedibilità d’ufficio e la massima severità sanzionatoria.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

Lesione grave per durata (contestare il nesso causale). Luca colpisce Marco, il quale riporta una contusione. La prognosi iniziale è di 35 giorni, ma a causa di una complicazione insorta, la malattia viene chiusa dopo 45 giorni. L’accusa contesta la Lesione Grave (superiore a 40 giorni). La difesa deve contestare il nesso causale tra la condotta di Luca e i giorni aggiuntivi di malattia (le complicazioni polmonari), provando che l’agente può rispondere solo per i primi 35 giorni (Lesione Lieve), che è procedibile a querela e ha pena notevolmente inferiore.

Lesione grave per indebolimento (contestare l’apprezzabilità funzionale). Giovanni provoca un incidente in cui il pedone (Fabio) subisce una frattura nasale che lascia una riduzione permanente della funzionalità respiratoria (una narice parzialmente ostruita). L’accusa è Lesione Grave (indebolimento permanente di un organo/senso). La difesa deve ingaggiare un perito di parte per dimostrare che l’indebolimento è minimo o non apprezzabile nella funzionalità complessiva (cioè, non raggiunge la soglia della Lesione Grave), per evitare la procedibilità d’ufficio.

Lesione gravissima: sfregio permanente (contestare l’irreversibilità estetica). Paolo taglia il volto di un rivale (Anna), lasciando una cicatrice profonda ma lineare. L’accusa contesta la Lesione Gravissima per sfregio permanente. La difesa deve contestare che l’alterazione turba l’euritmia delle linee del viso in modo irreversibile, invocando la possibilità di attenuazione estetica tramite trattamenti. Questo caso si gioca interamente sulla valutazione estetica dell’osservatore comune.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

Lesione grave: pericolo di vita (prova massima). Giulia subisce un’aggressione che le causa un trauma cranico con prognosi riservata per pericolo di vita. Sebbene guarisca completamente in 15 giorni, la Procura contesta la Lesione Grave. La vittima deve assicurarsi che la Procura contesti la Lesione Grave per pericolo di vita (Art. 583, c. 1, n. 1). Il difensore dovrà dimostrare la reale sussistenza del pericolo al momento dell’aggressione, il che rende il reato procedibile d’ufficio e innalza la pena a prescindere dalla durata finale della malattia.

Lesione gravissima: perdita funzionale irreversibile. Roberto subisce gravi lesioni in un’aggressione. La perizia medica successiva attesta l’irreversibile perdita della capacità di procreare. La vittima deve ottenere una perizia medica specialistica che attesti la perdita funzionale irreversibile di un organo (capacità di procreare), per far configurare la Lesione Gravissima (Art. 583, c. 2, n. 3), che comporta la pena massima (6-12 anni) e una tutela risarcitoria molto più alta.

Lesione gravissima: malattia insanabile. Giovanni, agricoltore, è esposto a sostanze chimiche illegali che gli causano una malattia respiratoria cronica che i medici classificano come “probabilmente insanabile”. La vittima deve concentrarsi sulla prova peritale che classifichi la malattia come certamente o probabilmente insanabile (Art. 583, c. 2, n. 1). Questo è l’unico elemento che fa scattare l’aggravante massima, e l’assistenza del difensore è vitale per la corretta impostazione della consulenza tecnica.


5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sulle Circostanze aggravanti del reato di Lesione personale.

La Corte di Cassazione ha fornito indicazioni fondamentali sull’interpretazione dell’Articolo 583 c.p., chiarendo come si definiscono i confini tra Lesione Grave e Lesione Gravissima. Le sue pronunce sono essenziali per la strategia, poiché stabiliscono i criteri medico-legali per valutare la permanenza del danno (ad esempio, lo sfregio permanente al viso o l’indebolimento di un organo) e chiariscono la distinzione tra la gravità della lesione e la gravità del danno ai fini della pena.

La distinzione tra malattia e indebolimento permanente (gravità distinte).

Massima: «In tema di lesioni personali, l’aggravante della durata della malattia o dell’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni e quella dell’indebolimento permanente di un organo, sebbene equiparate “quoad poenam”, sono circostanze distinte e autonome» (Cassazione penale, Sez. V, n. 5988/2022).

Spiegazione: La Corte chiarisce che il superamento dei 40 giorni (Lesione Grave temporanea) e l’indebolimento permanente (Lesione Grave definitiva) sono eventi diversi, pur avendo la stessa conseguenza sulla pena. Il giudice deve accertarle separatamente.

Definizione di “attività lavorativa ordinaria” (durata della malattia)

Massima: «In tema di lesioni personali, ai fini della configurabilità dell’aggravante prevista dall’art. 583, comma primo, n. 1 cod. pen., il concetto di “attività lavorativa ordinaria” non coincide necessariamente con quello di “capacità di attendere alle proprie occupazioni”, con la conseguenza che ben può ritenersi sussistente la predetta aggravante nell’ipotesi in cui la vittima delle lesioni, pur essendo ritenuta abile al lavoro, rimanga tuttavia impossibilitata per un maggior tempo ad esplicare la sua attività ordinaria» (Cassazione penale, Sez. V, n. 11727/2020).

Spiegazione: La Cassazione stabilisce che la soglia dei 40 giorni (Lesione Grave) si riferisce all’incapacità di attendere alle proprie occupazioni ordinarie (es. attività domestiche, studio), non necessariamente al lavoro retribuito. La difesa deve contestare che l’incapacità si sia protratta per oltre 40 giorni, basandosi sulla limitazione funzionale totale della vittima.

Indebolimento permanente: rilevanza del danno minimo.

Massima: «Sussiste la circostanza aggravante dell’indebolimento permanente di un organo qualora, in conseguenza del fatto lesivo, esso risulti menomato nella sua potenzialità funzionale, che sia, pertanto, ridotta rispetto allo stato anteriore, a nulla rilevando il fatto del minore o maggiore grado di menomazione» (Cassazione penale, Sez. VI, n. 7271/2019).

Spiegazione: Questo orientamento è cruciale: anche una riduzione minima ma apprezzabile della funzionalità di un organo (ad esempio, difficoltà dolorosa nel movimento di un arto) è sufficiente per integrare la Lesione Grave. Non conta il grado di menomazione, ma la sua permanenza.

Menomazione minima apprezzabile (lesione grave).

Massima: «In tema di lesioni personali, anche una menomazione minima, purché apprezzabile, di un organo integra l’aggravante di cui all’art. 583, comma primo, n. 2, c.p. [omissis]» (Fattispecie in cui la S.C. ha ritenuto sussistente l’aggravante in questione nella avulsione traumatica di un incisivo superiore riportata dalla persona offesa) (Cassazione penale, Sez. V, n. 4177/2015).

Spiegazione: La perdita di un solo dente (incisivo superiore), sebbene minima, è considerata un indebolimento permanente dell’organo della masticazione/estetica e configura Lesione Grave.

Sfregio permanente: irreversibilità indipendente dalla chirurgia.

Massima: «Ai fini della configurabilità dell’aggravante dello sfregio permanente, che consiste nel turbamento irreversibile dell’armonia e dell’euritmia delle linee del viso, non rileva la possibilità di eliminazione o di attenuazione del danno fisionomico mediante speciali trattamenti di chirurgia facciale» (Cassazione penale, Sez. V, n. 23692/2021).

Spiegazione: Questo principio è fondamentale: il reato (Lesione Gravissima) si configura se la lesione è irreversibile nel momento in cui viene commessa. La Cassazione esclude che la difesa possa invocare la possibilità teorica di una futura operazione di chirurgia estetica per escludere il reato.

Sfregio permanente: il giudizio dell’osservatore comune.

Massima: «In tema di lesioni gravissime, integra lo sfregio permanente qualsiasi nocumento che… importi un turbamento irreversibile dell’armonia e dell’euritmia delle linee del viso, con effetto sgradevole o d’ilarità, anche se non di ripugnanza, secondo un osservatore comune, di gusto normale e di media sensibilità» (Cassazione penale, Sez. V, n. 32984/2014).

Spiegazione: La valutazione dello sfregio è oggettiva e non richiede la perizia estetica: si basa sul punto di vista di una persona media. L’effetto del danno non deve essere per forza ripugnante, ma può anche suscitare ilarità o essere semplicemente sgradevole per configurare la Lesione Gravissima.

Distinzione lesione aggravata vs. danno (ne bis in idem).

Massima: «In tema di lesioni personali aggravate ai sensi dell’art. 583 cod. pen., il giudice… può valutare la gravità della lesione e le sue caratteristiche come elemento qualificatore della “gravità del danno” cagionato ai sensi dell’art. 133, n. 2, cod. pen., in quanto, mentre tale gravità implica una valutazione globale delle ripercussioni… la gravità della lesione che integra la circostanza aggravante di cui all’art. 583 cod. pen. si riferisce esclusivamente alla durata della malattia, con la conseguenza che non è configurabile alcuna lesione del principio del “ne bis in idem”» (Cassazione penale, Sez. IV, n. 13313/2018).

Spiegazione: La Cassazione ribadisce che la gravità della lesione (Art. 583 c.p.) è un criterio oggettivo (durata/permanenza), mentre la gravità del danno (Art. 133 c.p.) è un criterio soggettivo per la quantificazione della pena. La loro valutazione separata non costituisce una doppia punizione.


6. Cosa fare per contrastare le Circostanze aggravanti del reato di Lesione personale.

Le circostanze aggravanti di Lesione Grave e Lesione Gravissima (Art. 583 c.p.) sono il punto di svolta del procedimento penale: fanno scattare la procedibilità d’ufficio e innalzano la pena fino a dodici anni di reclusione.

La strategia di difesa per contrastare queste aggravanti deve essere primariamente medico-legale e si concentra su due fronti:

  1. Contestare la Durata e la Permanenza: Attaccare la perizia d’accusa dimostrando che la malattia non ha superato i 40 giorni o che la menomazione (es. sfregio, indebolimento di un organo) non è permanente o è risolvibile chirurgicamente (pur considerando il rigore della Cassazione su questo punto). L’obiettivo è derubricare il fatto a Lesioni Lievi (Art. 582 c.p.) o Lievissime (competenza Giudice di Pace).
  2. Contestare il Nesso Causale: Verificare che non vi siano state cause preesistenti o sopravvenute che abbiano aggravato l’evento (es. negligenza della vittima o complicazioni mediche esterne), per circoscrivere la responsabilità del presunto autore al danno iniziale.

Affidarsi immediatamente a un professionista esperto, in grado di coordinare la difesa tecnica con la perizia di parte, è indispensabile. Per un’analisi immediata, riservata e per costruire una strategia che possa contestare il danno permanente a Siracusa o Catania, contattami per una consulenza riservata visitando la pagina Contatti del sito.