1. Introduzione al reato di Estorsione
L’estorsione è un reato disciplinato dall’articolo 629 del Codice Penale, collocato nel Libro II, Titolo XIII (“Dei delitti contro il patrimonio”) e nel Capo II (“Dei delitti mediante violenza alle persone o alle cose”). Questo reato si verifica quando una persona, con violenza o minaccia, costringe un’altra a compiere o omettere un’azione, ottenendo così un ingiusto profitto a danno altrui.
Si tratta di un reato grave, che coinvolge sia il presunto autore che la vittima, spesso in situazioni di tensione e vulnerabilità.
Data la complessità di questo delitto e le pesanti conseguenze sul piano penale, civile ed economico, è essenziale rivolgersi tempestivamente a un avvocato esperto in diritto penale. Un professionista potrà analizzare ogni dettaglio del caso e valutare le migliori strategie di difesa o di tutela legale.
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2. Testo dell’articolo 629 codice penale: condotte punite e pene previste
Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000.
La pena è della reclusione da sette a venti anni e della multa da euro 5.000 a euro 15.000, se concorre taluna delle circostanze indicate nel terzo comma dell’articolo 628.
Chiunque, mediante le condotte di cui agli articoli 615 ter, 617 quater, 617 sexies, 635 bis, 635 quater e 635 quinquies ovvero con la minaccia di compierle, costringe taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procurando a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 5.000 a euro 10.000. La pena è della reclusione da otto a ventidue anni e della multa da euro 6.000 a euro 18.000, se concorre taluna delle circostanze indicate nel terzo comma dell’articolo 628 nonché nel caso in cui il fatto sia commesso nei confronti di persona incapace per età o per infermità.
3. Note procedurali dell’articolo 629 codice penale
Arresto in flagranza: È obbligatorio in caso di flagranza di reato, come previsto dall’art. 380, lett. f, c.p.p.
Fermo di indiziato di delitto: È consentito, in base a quanto disposto dall’art. 384 c.p.p.
Misure cautelari personali: Possono essere applicate, secondo le disposizioni degli artt. 280 e 287 c.p.p.
Intercettazioni: Sono consentite come mezzo di ricerca della prova (art. 266 c.p.p.). Per il secondo comma dell’art. 629, le intercettazioni sono permesse anche al di fuori delle condizioni richieste dal secondo periodo del comma 2 dell’art. 266 c.p.p., in virtù dell’art. 3 del D.L. n. 374/01. Inoltre, si applica anche la disciplina relativa al captatore informatico, come previsto dall’art. 4 del D.Lgs. n. 216/17.
Autorità giudiziaria competente: Per i fatti previsti dal primo comma, è competente il Tribunale in composizione monocratica (art. 33-ter c.p.p.). Per le ipotesi più gravi previste dagli altri commi, è competente il Tribunale in composizione collegiale (art. 33-bis c.p.p.).
Procedibilità: Il reato è perseguibile d’ufficio, ai sensi dell’art. 50 c.p.p.
Udienza preliminare: È prevista, come stabilito dagli artt. 416 e 418 c.p.p.
Termini custodiali:
- Per il comma 1, i termini sono tutti medi (art. 303 c.p.p.).
- Per il comma 2, il termine iniziale è lungo, anche in base all’art. 407, lett. a, n. 2, c.p.p., mentre gli altri sono medi. L’ultimo termine può essere prolungato.
Bene tutelato: Il reato mira a proteggere la libertà morale e la libertà di disposizione patrimoniale della vittima.
Tipologia del reato: Si tratta di un reato comune, ovvero può essere commesso da chiunque.
Forma di esecuzione: Il reato si realizza necessariamente mediante violenza o minaccia, rendendolo vincolato nella forma di esecuzione.
Modalità di perfezionamento: Si configura come un reato istantaneo con evento. Tuttavia, nelle situazioni in cui il profitto viene ottenuto in forma frazionata, il reato si perfeziona al momento della prima percezione, ma le successive percezioni non sono considerate un post factum non punibile. Queste possono contribuire a un incremento della gravità del reato.
Prescrizione:
- 10 anni per l’ipotesi prevista dal primo comma.
- 20 anni per le ipotesi più gravi.
- 22 anni per l’ultimo periodo del terzo comma.
Elemento psicologico: È richiesto il dolo specifico. Tuttavia, secondo una minoritaria interpretazione giurisprudenziale, sarebbe sufficiente la consapevolezza di ottenere un profitto ingiusto.
Tentativo: Il tentativo di estorsione è configurabile.
Declaratoria di non punibilità del fatto: Non è ammessa.
Messa alla prova: Non è concedibile, come previsto dall’art. 168-bis c.p.
4. Esempi pratici del reato di Estorsione
Esempi dalla parte del presunto autore
Estorsione in una dimora privata
Luca, in difficoltà economiche, si introduce nell’abitazione di Marco, un anziano pensionato, e, con tono minaccioso, lo costringe a consegnargli una somma di denaro. Marco, intimorito e isolato nella sua abitazione, cede alla richiesta. Questo caso evidenzia come l’isolamento della vittima in un luogo privato amplifichi la gravità del reato (Cass. pen. n. 33457/2023).
Richiesta di proventi illeciti tra complici
Giovanni e Paolo commettono insieme una rapina. Dopo il colpo, Giovanni minaccia Paolo per costringerlo a consegnargli una parte maggiore del bottino. Nonostante il denaro abbia un’origine illecita, il comportamento di Giovanni configura il reato di estorsione per l’ingiustizia del profitto e il danno subito da Paolo (Cass. pen. n. 40457/2023).
Violenza psicologica per ottenere denaro
Antonio, dopo aver danneggiato l’auto di un imprenditore locale, si presenta dalla vittima sostenendo di poter “proteggere” la sua attività da futuri atti vandalici, a patto che venga pagata una somma mensile. La vittima, conoscendo l’influenza criminale di Antonio nella zona, accetta per paura di ritorsioni. Questo comportamento integra il metodo mafioso (Cass. pen. n. 21707/2019).
Esempi dalla parte della persona offesa
Minaccia per evitare un’azione legale
Sara, proprietaria di un negozio, viene minacciata da un ex collaboratore, Fabio, che le impone di non intraprendere un’azione legale per una somma non pagata. Fabio promette di diffondere notizie lesive sulla reputazione di Sara se questa non rinuncia alla causa. L’ingiusto profitto in questo caso si concretizza nella mancata tutela dei diritti di Sara (Cass. pen. n. 32083/2023).
Costrizione sotto minaccia larvata
Roberta, operaia in un’azienda, è costretta dal suo datore di lavoro, Enrico, a firmare buste paga false che attestano retribuzioni superiori rispetto a quelle effettivamente percepite. Enrico minaccia licenziamenti nel caso di disobbedienza. Questa situazione configura l’estorsione per il danno subito da Roberta (Cass. pen. n. 11107/2017).
Imposizione di un pagamento illecito
Giuseppe, commerciante, riceve la visita di un uomo che gli chiede denaro in cambio di protezione per il suo negozio, situato in un quartiere controllato da gruppi criminali. Sebbene non ci siano minacce esplicite, la richiesta è chiaramente intimidatoria e configura il reato di estorsione con metodo mafioso (Cass. pen. n. 38964/2013).
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5. Massime della Cassazione, con spiegazione, sul reato di Estorsione
1. L’aggravante del luogo isolato
Massima: “In tema di estorsione, sussiste l’aggravante di cui all’art. 628, comma terzo, n. 3-bis, cod. pen. nel caso in cui la condotta è tenuta sia in un luogo di privata dimora, sia in altri luoghi che, isolando la vittima, siano idonei a ostacolarne la difesa.”
(Cass. pen., Sez. II, sentenza n. 33457 del 15 giugno 2023)
Spiegazione: L’aggravante si applica quando il luogo scelto dall’autore, come una casa privata o uno spazio isolato, rende difficile per la vittima chiedere aiuto o difendersi. Questa situazione aumenta la gravità del reato, poiché l’autore sfrutta l’isolamento per intimidire la vittima.
2. Estorsione tra complici
Massima: “Integra il delitto di estorsione la condotta con la quale l’agente costringe, con minacce, il coimputato di un delitto di rapina precedentemente commesso a consegnargli parte del provento illecito, posto che la provenienza da una pregressa attività criminosa commessa in concorso dell’oggetto della richiesta non esclude né l’ingiustizia del profitto, né la sussistenza del danno per la persona offesa.”
(Cass. pen., Sez. II, sentenza n. 40457 del 7 giugno 2023)
Spiegazione: Anche se il provento richiesto deriva da un’attività illecita precedente, il reato di estorsione si configura ugualmente. L’ingiustizia del profitto e il danno per la vittima non vengono meno, poiché il comportamento dell’autore è volto a coartare la volontà del complice.
3. Il danno patrimoniale nell’estorsione
Massima: “In tema di estorsione, l’altrui danno, avendo necessariamente connotazione patrimoniale, comprende anche la desistenza dal tempestivo esercizio di un’azione giudiziaria finalizzata a tutelare un diritto o un interesse, posto che il patrimonio va inteso come un insieme non di beni materiali, ma di rapporti giuridici attivi e passivi aventi contenuto economico, unificati dalla legge in ragione dell’appartenenza al medesimo soggetto.”
(Cass. pen., Sez. II, sentenza n. 32083 del 12 maggio 2023)
Spiegazione: Il danno patrimoniale nell’estorsione include anche la rinuncia a tutelare i propri diritti in sede legale. La legge considera il patrimonio come un insieme di diritti e obblighi economici, non solo beni materiali. Forzare qualcuno a non agire legalmente equivale a causargli un danno patrimoniale.
4. Metodo mafioso e intimidazione persistente
Massima: “In tema di estorsione, la sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso non è esclusa dal fatto che la vittima delle minacce abbia assunto un atteggiamento “dialettico” rispetto alle ingiuste richieste, ciò non determinando il venir meno della portata intimidatoria delle stesse.”
(Cass. pen., Sez. II, sentenza n. 6683 del 12 gennaio 2023)
Spiegazione: Anche se la vittima tenta di negoziare o risponde alle minacce, l’intimidazione tipica del metodo mafioso resta valida. Il comportamento della vittima non annulla la coercizione, che è l’elemento essenziale dell’estorsione.
5. Tentata estorsione e assegni post-datati
Massima: “Integra il delitto di tentata estorsione la condotta di chi richieda, con modalità violente o minacciose, ottenendo un rifiuto, di effettuare un pagamento con assegno post-datato, in quanto l’elemento dell’ingiusto profitto con altrui danno consiste nel fatto stesso che il contraente-vittima sarebbe stato costretto alla consegna della merce dietro pagamento effettuato con un titolo illegale.”
(Cass. pen., Sez. II, sentenza n. 39722 del 4 settembre 2018)
Spiegazione: L’estorsione si configura anche se il tentativo non va a buon fine. L’uso di strumenti di pagamento irregolari, come un assegno post-datato, rappresenta un danno per la vittima e un profitto ingiusto per l’autore.
6. Estorsione ambientale e contesto mafioso
Massima: “In tema di estorsione cd. ‘ambientale’, integra la circostanza aggravante del metodo mafioso di cui all’art. 7, d.l. 13 maggio 1991, n. 152, la condotta di chi, pur senza fare uso di una esplicita minaccia, pretenda dalla persona offesa il pagamento di somme di denaro per assicurarle protezione, in un territorio notoriamente soggetto all’influsso di consorterie mafiose.”
(Cass. pen., Sez. II, sentenza n. 21707 del 17 maggio 2019)
Spiegazione: La estorsione ambientale si verifica quando l’autore sfrutta la reputazione criminale del contesto per intimidire la vittima, anche senza esplicite minacce. In territori controllati da consorterie mafiose, il contesto stesso è sufficiente a coartare la volontà della vittima.
7. Crediti e associazioni mafiose
Massima: “Si configura il reato di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, allorché il terzo incaricato dell’esazione di un credito agisca con condotta della quale sia stata accertata la finalità di agevolare anche l’attività di un’associazione di tipo mafioso.”
(Cass. pen., Sez. II, sentenza n. 5622 del 12 novembre 2021)
Spiegazione: Quando qualcuno utilizza la minaccia per riscuotere un credito e si agevola un’associazione mafiosa, si configura l’estorsione. L’elemento di coercizione legato al contesto mafioso è determinante.
Consulenza legale
Il reato di estorsione è complesso e presenta numerose sfaccettature, specialmente quando include aggravanti o si lega a contesti particolari come il metodo mafioso. Se hai bisogno di tutela legale, sia come vittima che come persona accusata, contatta un avvocato penalista esperto. Visita la pagina “Contatti” del sito per una consulenza personalizzata.
6. Conclusioni sul reato di Estorsione
Il reato di estorsione, disciplinato dall’art. 629 del Codice Penale, si caratterizza per l’utilizzo di violenza o minaccia allo scopo di costringere la vittima a compiere un’azione o a subire un danno, con l’obiettivo di ottenere un profitto ingiusto. La giurisprudenza della Cassazione ha chiarito che l’estorsione può manifestarsi in diverse forme, tra cui l’utilizzo del metodo mafioso, dove la forza intimidatoria di un contesto criminale viene sfruttata per coartare la volontà della vittima, le richieste legate a contesti illeciti, come la divisione di proventi da attività criminose, o l’imposizione di rinunce a diritti legittimi, ad esempio tramite minacce volte a impedire il ricorso a vie legali. La gravità del reato aumenta quando l’azione viene condotta in condizioni che ostacolano la possibilità di difesa della vittima, come in luoghi isolati o in spazi privati, dove l’isolamento amplifica l’intimidazione. Data la complessità dell’estorsione, è fondamentale una valutazione attenta per distinguere questo reato da altri simili, come l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni, dove l’agente agisce per tutelare un diritto percepito, ma senza l’elemento intimidatorio ingiusto, o la truffa, che si basa sull’inganno e non sulla coercizione diretta. Questi confini sono cruciali per garantire una corretta applicazione della legge e tutelare i diritti di tutte le parti coinvolte. Una comprensione precisa delle circostanze e degli elementi psicologici è essenziale per definire la strategia legale più adeguata. Se ti trovi coinvolto in una situazione legata al reato di estorsione, come vittima o accusato, è importante agire con tempestività e affidarti a un avvocato penalista esperto. Una consulenza legale professionale può aiutarti a comprendere i tuoi diritti e a definire le migliori strategie di difesa o tutela. Visita la pagina “Contatti” del sito per ricevere supporto personalizzato e chiarimenti su questioni legate all’articolo 629 c.p..