Reato di Deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi – Articolo 632 codice penale

1. Cos’è il reato di Deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi.

Il reato di deviazione di acque e di modifica dello stato dei luoghi, previsto dall’articolo 632 del Codice Penale, rientra tra i delitti contro il patrimonio, più precisamente tra quelli che comportano violenza alle cose o alle persone. Si configura quando una persona, per ottenere un vantaggio ingiusto, devia il corso di un’acqua o altera lo stato di un terreno di proprietà altrui, provocando un danno al legittimo proprietario. La giurisprudenza ha chiarito che non è necessario un danno particolarmente grave: basta che l’azione modifichi lo stato dei luoghi in modo apprezzabile, anche se temporaneo.

La legge prevede una pena fino a tre anni di reclusione e una multa, ma l’azione penale si avvia solo su querela della persona offesa. È quindi fondamentale comprendere quando si configura il reato, quali conseguenze comporta e come agire in caso di denuncia o coinvolgimento nel procedimento penale.

Se sei coinvolto in una vicenda di deviazione di acque o modifica dello stato dei luoghi, sia come presunto autore sia come vittima, è essenziale affidarsi a una consulenza legale specializzata. Un intervento tempestivo può fare la differenza nella gestione della vicenda e nella tutela dei tuoi diritti. Per maggiori informazioni, visita la pagina Contatti e richiedi un appuntamento.


2. Testo dell’articolo 632 codice penale: condotte punite e pene previste.

L’articolo 632 del Codice Penale disciplina specificamente le condotte che alterano o deviano corsi d’acqua o modificano lo stato di terreni altrui, causando un danno al proprietario. In questa sezione analizzeremo il testo normativo, spiegando quali comportamenti vengono considerati illeciti e quali pene la legge prevede per chi li commette. Comprendere il contenuto dell’articolo è fondamentale sia per chi vuole tutelare i propri diritti di proprietario, sia per chi si trova coinvolto in un procedimento penale relativo a queste vicende.

Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, devia acque, ovvero immuta nell’altrui proprietà lo stato dei luoghi, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a euro 206.


3. Note procedurali dell’articolo 632 codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

In questa sezione approfondiremo le note procedurali relative all’articolo 632 del Codice Penale, illustrando gli aspetti pratici che regolano l’azione penale, le possibilità di arresto o di applicazione di misure cautelari, nonché i termini di prescrizione del reato. Comprendere questi elementi è essenziale sia per chi è coinvolto come presunto autore, sia per chi desidera tutelare i propri diritti come vittima, perché permette di orientarsi tra le fasi del procedimento penale e di valutare tempestivamente le strategie di difesa.

  • Arresto: Non è consentito l’arresto in flagranza, poiché il reato di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi non rientra tra quelli per cui la legge prevede questa misura restrittiva.
  • Fermo dell’indiziato di delitto: Non è ammesso il fermo di polizia giudiziaria, in quanto il reato non presenta le caratteristiche di gravità e urgenza richieste per questa misura precautelare.
  • Misure cautelari personali: Non è possibile applicare misure cautelari personali come custodia cautelare in carcere o arresti domiciliari.
  • Intercettazioni: Le intercettazioni di conversazioni o comunicazioni non sono ammesse come mezzo di ricerca della prova nel procedimento penale per questo reato.
  • Competenza dell’Autorità Giudiziaria:
  • In via generale, la competenza è del Giudice di Pace, ai sensi dell’art. 4, comma 1, lett. a, del D.Lgs. n. 274/2000.
  • Tuttavia, se ricorrono aggravanti specifiche (art. 4, comma 3, D.Lgs. n. 274/2000 o art. 639-bis c.p.), la competenza passa al Tribunale monocratico.
  • Se il reato è di competenza del Giudice di Pace, le pene applicabili sono:
    • Multa da 774 a 2.582 euro
    • Permanenza domiciliare da 20 a 45 giorni
    • Lavoro di pubblica utilità da 1 a 6 mesi (art. 52 D.Lgs. n. 274/2000).
  • Procedibilità:
  • Il reato è procedibile a querela di parte (art. 336 c.p.p.), quindi è necessario che la persona offesa presenti una denuncia per avviare il procedimento penale.
  • Se però ricorrono le circostanze aggravanti previste dall’art. 639-bis c.p., la procedibilità diventa d’ufficio, ovvero l’autorità giudiziaria può procedere anche senza una querela.
  • Udienza preliminare: Non è prevista l’udienza preliminare (art. 550 c.p.p.), quindi il procedimento segue un rito diretto senza passare per questa fase.
  • Bene giuridico tutelato: Il reato mira a proteggere l’inviolabilità del patrimonio immobiliare, evitando alterazioni abusive dello stato dei luoghi.
  • Tipologia di reato: È un reato comune, quindi può essere commesso da chiunque, senza necessità di una qualifica particolare.
  • Forma di esecuzione: Il reato ha forma libera, quindi può essere realizzato con diverse modalità che comportino una modifica illecita dello stato dei luoghi.
  • Struttura del reato: È un reato di evento, il che significa che per la sua configurazione è necessario un danno concreto derivante dalla condotta.
  • Natura del reato: È un reato istantaneo, in quanto si perfeziona nel momento in cui viene realizzata la modifica abusiva senza che sia necessario un protrarsi della condotta nel tempo.
  • Prescrizione: Il reato si prescrive in 6 anni, termine oltre il quale non può più essere perseguito penalmente.
  • Elemento soggettivo: Richiede il dolo specifico, ossia la consapevolezza e la volontà di deviare acque o modificare lo stato dei luoghi altrui per ottenere un ingiusto profitto.
  • Tentativo: Secondo l’orientamento prevalente, il tentativo è configurabile, quindi anche il solo inizio dell’alterazione dello stato dei luoghi può avere rilevanza penale.
  • Non punibilità per tenuità del fatto: Il reato può rientrare nei casi di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), a condizione che il danno arrecato sia di lieve entità. Tuttavia, quando la competenza è del Giudice di Pace, si applicano anche le norme specifiche degli artt. 34 e 35 del D.Lgs. n. 274/2000.
  • Messa alla prova: È possibile accedere all’istituto della messa alla prova (art. 168-bis c.p.), che consente all’imputato di evitare la condanna svolgendo lavori di pubblica utilità. Nei casi di competenza del Giudice di Pace, si applicano le regole specifiche degli artt. 35 e 54 del D.Lgs. n. 274/2000.

4. Esempi di casi reali del reato di Deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi.

Per comprendere appieno le implicazioni dell’articolo 632 del Codice Penale, è utile esaminare alcuni casi reali in cui il reato di deviazione di acque o di modifica dello stato dei luoghi è stato contestato. Questi esempi concreti illustrano come la legge si applica a situazioni pratiche, evidenziando le modalità con cui si configura l’illecito e le relative conseguenze giuridiche. Analizzare tali casi può fornire una visione più chiara di come il sistema giuridico affronta e sanziona tali condotte.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

La deviazione del ruscello per irrigare il proprio terreno. Giuseppe, proprietario di un appezzamento di terreno agricolo, decide di deviare un piccolo ruscello che attraversa la proprietà confinante di Mario, per utilizzarlo nell’irrigazione dei suoi campi. Con una ruspa, scava un canale artificiale che intercetta il corso d’acqua, impedendo a Mario di usufruirne come aveva sempre fatto. La modifica è permanente e causa un danno evidente al vicino. Mario, accortosi della variazione, presenta querela, avviando un procedimento penale nei confronti di Giuseppe per deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi.

L’ostruzione del canale di scolo con terra e detriti. Antonio possiede un terreno confinante con quello di un piccolo agriturismo gestito da Lucia. Per evitare che l’acqua piovana defluisca nella sua proprietà, Antonio decide di ostruire con terra e fascine un canale di scolo preesistente, impedendo così il regolare deflusso delle acque meteoriche. L’azione provoca allagamenti nel fondo di Lucia, compromettendone l’attività. Tuttavia, quando viene denunciato, Antonio sostiene che si trattava di acque piovane, che non possono essere oggetto di tutela penale. Il giudice, basandosi su quanto stabilito dalla Cassazione, riconosce che l’appropriazione di acque piovane non integra il reato, archiviando il procedimento.

La costruzione abusiva sulla sponda del fiume. Luigi, imprenditore edile, realizza senza autorizzazione un muro di contenimento sulla sponda di un torrente, sottraendo una porzione di terreno al corso naturale del fiume per ampliare l’area del proprio cantiere. L’intervento altera il profilo originario della riva e modifica il normale deflusso dell’acqua. Durante un’ispezione, le autorità scoprono l’abuso e lo denunciano per modificazione dello stato dei luoghi e invasione di terreni a uso pubblico, dato che la sponda del torrente è ritenuta bene demaniale. Luigi viene quindi indagato per entrambi i reati.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

Il canale deviato per sfruttare l’acqua a proprio vantaggio. Francesco è il proprietario di un uliveto che dipende dall’irrigazione naturale di un corso d’acqua condiviso con la proprietà adiacente. Un giorno scopre che il vicino, Stefano, ha deviato il flusso principale del canale con una barriera di cemento, impedendo all’acqua di raggiungere il suo terreno. Francesco nota un rapido peggioramento della resa delle sue piante e, dopo aver tentato senza successo di risolvere la questione con Stefano, decide di presentare querela per deviazione di acque. Il tribunale riconosce che il danno arrecato a Francesco configura il reato di cui all’art. 632 c.p.

L’abusiva alterazione di un sentiero privato. Maria possiede una piccola casa di campagna con accesso garantito da una stradina sterrata che attraversa il terreno di Pietro. Quest’ultimo, per impedire il passaggio di mezzi nella sua proprietà, scava una trincea lungo il percorso e vi deposita grosse pietre, rendendo impraticabile il transito di Maria. L’azione configura una modificazione dello stato dei luoghi che altera il pacifico godimento della proprietà altrui. Dopo la querela presentata da Maria, Pietro viene indagato per il reato previsto dall’art. 632 c.p., essendo stato dimostrato che l’alterazione è avvenuta senza il consenso della persona offesa.

Un muro eretto per impedire il deflusso dell’acqua. Fabio e Lorenzo sono proprietari di due fondi adiacenti. Per proteggere il proprio terreno dalle piogge, Lorenzo costruisce un muro di cemento sul confine, deviando il naturale deflusso dell’acqua piovana verso la proprietà di Fabio. Dopo una forte precipitazione, Fabio si ritrova con il campo allagato e numerosi danni alle coltivazioni. Dopo essersi consultato con un avvocato, Fabio denuncia Lorenzo per modificazione dello stato dei luoghi, dimostrando che la deviazione delle acque ha creato un pregiudizio evidente. Il tribunale riconosce la responsabilità di Lorenzo e lo condanna per il reato di cui all’art. 632 c.p.


5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sul reato di Deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi.

La Corte di Cassazione ha affrontato in numerose pronunce il reato di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, delineandone i confini applicativi, i limiti interpretativi e le implicazioni nei casi concreti. In questa parte vedremo cosa dice la giurisprudenza di legittimità, con una spiegazione ragionata dei passaggi chiave: dalla qualificazione della condotta al carattere istantaneo o permanente del reato, dal rapporto con altri delitti (come il danneggiamento) alla nozione di bene giuridico tutelato, fino all’elemento soggettivo. Conoscere queste massime della Cassazione è essenziale per comprendere come i tribunali applicano concretamente l’articolo 632 c.p. e per orientarsi nella difesa o nella tutela dei propri diritti.

Massima: «Il bene giuridico tutelato dall’art. 632 cod. pen. va ravvisato nell’integrità dell’altrui proprietà immobiliare e del possesso contro ogni arbitraria modificazione dello stato dei luoghi, sicché anche il mero possesso rappresenta titolo idoneo a fondare la tutela penale da indebite mutazioni dei luoghi che possano rendere incerta la posizione giuridica del soggetto che lo esercita o alterarne le condizioni di pacifico godimento» (Cass. pen., n. 12794/2020). Spiegazione: L’articolo 632 c.p. non tutela solo la proprietà di un bene immobiliare, ma anche il possesso. Questo significa che, anche se una persona non è proprietaria di un terreno ma lo utilizza in modo legittimo, può essere protetta dalla legge contro modifiche abusive che ne alterino il godimento. Ad esempio, chi ha in affitto un campo agricolo potrebbe sporgere querela se il vicino devia un corso d’acqua che irrigava il suo terreno.

Massima: «Il delitto deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, previsto dall’art. 632 cod. pen., di regola istantaneo, può assumere carattere permanente qualora necessiti, perché perdurino gli effetti della modifica, di un’attività continua o ininterrotta dell’agente» (Cass. pen., n. 17439/2019). Spiegazione: Normalmente, il reato si consuma nel momento in cui viene effettuata la modifica dello stato dei luoghi. Tuttavia, se la situazione richiede un’attività costante per mantenere l’alterazione (ad esempio, il continuo svuotamento di un canale per impedire il deflusso dell’acqua), il reato può considerarsi permanente, con conseguenze anche sul calcolo della prescrizione e sui tempi di denuncia.

Massima: «Qualora il reato di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi di cui all’art. 632 cod. pen. venga commesso attraverso il danneggiamento della cosa altrui, deve escludersi il concorso formale con il reato di danneggiamento, che resta assorbito» (Cass. pen., n. 30398/2015). Spiegazione: Se una persona, per deviare un corso d’acqua o modificare un terreno, danneggia anche la proprietà di altri (ad esempio, distruggendo un muretto di confine), non risponderà di entrambi i reati, ma solo di modificazione dello stato dei luoghi. Questo perché il danneggiamento si considera un atto strumentale al reato principale e viene “assorbito” da esso.

Massima: «Non integra il reato di deviazione di acque l’appropriazione o distrazione di acque piovane, in quanto si tratta di acque qualificabili come ‘res nullius’ rispetto alle quali non è invocabile la tutela penale, prevista solo nel caso in cui la condotta di deviazione abbia ad oggetto acque pubbliche o private» (Cass. pen., n. 24503/2009). Spiegazione: L’acqua piovana non è di proprietà di nessuno, quindi la sua deviazione non costituisce reato. Se qualcuno ostruisce un canale di scolo per cambiare il deflusso della pioggia, non può essere denunciato per deviazione di acque. Il reato si configura solo se la deviazione riguarda acque pubbliche o private, ossia appartenenti a qualcuno o utilizzate stabilmente da terzi.

Massima: «Integra i delitti di modificazione dello stato dei luoghi e di invasione di terreni, procedibili d’ufficio per la destinazione ad uso pubblico del bene, l’occupazione, con apprezzabile modificazione dello stato dei luoghi, di parte della sponda di un torrente per la realizzazione di opere edili, anche se detto torrente non sia iscritto nell’elenco delle acque pubbliche, dato che la presunzione di demanialità di tutte le acque può essere superata solo con la prova che quello specifico corso d’acqua, per le sue caratteristiche, è inidoneo alla realizzazione di usi di pubblico e generale interesse» (Cass. pen., n. 44926/2008). Spiegazione: Chi costruisce opere abusive sulla sponda di un fiume o torrente può essere denunciato per modificazione dello stato dei luoghi e invasione di terreni pubblici, anche se il corso d’acqua non è ufficialmente registrato come demaniale. La legge tutela comunque la sua funzione pubblica, a meno che non venga dimostrato che quel fiume o torrente non ha alcun valore per la collettività.

Massima: «Il reato di deviazione di acque consiste, quanto alla sua obiettiva materialità, in una immutazione dello stato dei luoghi che comporti l’alterazione fisica del corso — naturale o artificiale, fluente o stagnante, perenne o periodico — di acque intese nella comune accezione di massa liquida, quale cosa immobile, tale che esse siano sottratte, in modo permanente o saltuario, alla loro destinazione nei confronti di coloro che siano beneficiari di uno stato di possesso delle acque stesse» (Cass. pen., n. 25274/2004). Spiegazione: Per configurare il reato, la deviazione deve alterare fisicamente il corso dell’acqua, che sia un fiume, un lago, un canale o una cisterna. Non importa se il cambiamento sia definitivo o temporaneo: ciò che conta è che le acque siano sottratte a chi le utilizzava prima, creando un danno a chi aveva il possesso o il diritto di sfruttarle.

Massima: «Il delitto di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, di regola istantaneo, può assumere carattere permanente qualora sia necessaria, perché perdurino gli effetti della modifica, un’ ininterrotta attività dell’agente» (Cass. pen., n. 47630/2008). Spiegazione: Il reato, in genere, avviene in un solo momento, quando si realizza la modifica. Tuttavia, può diventare permanente se è necessario un intervento continuo per mantenerne gli effetti.

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6. Cosa fare se sei coinvolto nel reato di Deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi.

Il reato di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, previsto dall’articolo 632 del Codice Penale, tutela l’integrità della proprietà immobiliare e del possesso, impedendo alterazioni arbitrarie che possano compromettere il diritto al pacifico godimento di un bene. La condotta illecita si configura quando una persona modifica il corso naturale di un’acqua – pubblica o privata – oppure altera lo stato di un terreno di proprietà altrui, arrecando un danno o una turbativa al legittimo titolare.

La Cassazione ha chiarito che il reato può sussistere anche in assenza di un danno patrimoniale, purché vi sia una lesione del possesso. In genere si tratta di un reato istantaneo, ma può assumere carattere permanente se la situazione illecita richiede un intervento continuo per essere mantenuta. Non sono invece penalmente rilevanti le deviazioni di acque piovane, poiché queste non appartengono a nessuno e non incidono su diritti di proprietà.

Se ti trovi coinvolto in una vicenda relativa alla deviazione di acque o alla modifica dello stato dei luoghi, è fondamentale comprendere le conseguenze legali e definire con attenzione la strategia difensiva più adeguata. Ogni caso presenta peculiarità proprie e deve essere valutato con competenza per evitare errori o conseguenze indesiderate.

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