Reato di Appropriazione indebita – Articolo 646 codice penale

1. Cos’è il reato di Appropriazione indebita.

Il reato di Appropriazione indebita, disciplinato dall’Articolo 646 del Codice Penale, rientra tra i delitti contro il patrimonio. Si configura quando una persona ha la legittima disponibilità di un bene mobile altrui (ricevuto in prestito, comodato, deposito, ecc.) e, successivamente, decide di trattenere il bene o utilizzarlo per fini propri, compiendo un’inversione del titolo del possesso (interversio possessionis).

Questo reato si distingue dall’illecito civile proprio perché l’autore agisce uti dominus (come proprietario), violando l’accordo iniziale. L’elemento psicologico cruciale è il dolo specifico di trarre un profitto ingiusto. Data la sua ambiguità (spesso è confuso con un mero inadempimento contrattuale), ogni caso richiede un’attenta analisi per distinguere la mera omissione di restituzione dal vero e proprio illecito penale.


2. Testo dell’articolo 646 codice penale: condotte punite e pene previste.

L’Articolo 646 del Codice Penale descrive in modo preciso le condotte che integrano il reato di Appropriazione indebita e stabilisce le pene. La norma tutela il diritto di proprietà punendo chi, in violazione del rapporto di fiducia, compie un’inversione del titolo del possesso, appropriandosi di un bene altrui di cui aveva la legittima disponibilità. Comprendere questa distinzione è essenziale per definire il perimetro del reato e la gravità delle conseguenze penali.

Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 1.000 a euro 3.000.

Se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata.


3. Note procedurali dell’articolo 646 codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

Le note procedurali relative all’Articolo 646 del Codice Penale sono fondamentali per la strategia, poiché la natura del reato (non violento) impone limiti cautelari (arresto e fermo non consentiti) e la procedibilità è a querela di parte (salvo aggravanti). Comprendere questi aspetti è essenziale, in quanto la prescrizione del reato e le modalità di estinzione del procedimento (tramite remissione di querela) assumono un ruolo centrale nella difesa o nella tutela della persona offesa.

  • Arresto e Fermo di Indiziato: L’arresto in flagranza è facoltativo (Art. 381, lett. i, c.p.p.), solo se la pena massima edittale supera i limiti normativi. Il Fermo di indiziato di delitto non è consentito, poiché l’Appropriazione indebita non è un reato di particolare gravità e urgenza cautelare.
  • Misure Cautelari Personali e Intercettazioni: Le misure cautelari sono applicabili (Artt. 280 e 287 c.p.p.), ma solo in presenza di esigenze cautelari come il pericolo di fuga. Le Intercettazioni non sono ammesse come mezzo di ricerca della prova, dato che il reato non rientra tra quelli previsti dall’Art. 266 c.p.p.
  • Autorità Giudiziaria Competente: Il processo è di competenza del Tribunale monocratico (Art. 33-ter c.p.p.).
  • Procedibilità (Snodo Strategico): Il reato è perseguibile a querela di parte (Art. 336 c.p.p.). Attenzione: la procedibilità diventa d’ufficio solo se ricorrono aggravanti specifiche (come l’Art. 646, comma 2, o l’abuso di relazioni domestiche ex Art. 61, n. 11 c.p.).
  • Natura e Svolgimento del Reato: La norma protegge la proprietà e qualsiasi diritto sulla cosa. È un reato comune, di forma di esecuzione libera e ha natura istantanea, consumandosi nel momento in cui l’agente compie l’atto di disposizione giuridica (interversione del possesso).
  • Elemento Soggettivo e Tentativo: Richiede il dolo specifico, ovvero la volontà dell’agente di appropriarsi definitivamente del bene altrui (uti dominus). Il Tentativo è configurabile in astratto, sebbene sia spesso difficile da ravvisare nella pratica a causa della rapida evoluzione nella consumazione.
  • Prescrizione e Termini: Il reato si prescrive in 6 anni. I Termini di custodia cautelare sono brevi (Art. 303 c.p.p.).
  • Benefici e Pene Accessorie: La Declaratoria di non punibilità per tenuità del fatto è possibile. La Messa alla prova (Artt. 168-bis e 550 c.p.p.) è consentita, permettendo all’imputato di evitare la condanna. Prevede l’incapacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione come pena accessoria.

4. Esempi di casi reali del reato di Appropriazione indebita.

Per comprendere come si configura il reato di Appropriazione indebita, è fondamentale analizzare alcuni casi reali che chiariscono il cruciale requisito dell’inversione del possesso e la distinzione dalla semplice inadempienza contrattuale.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

Il dipendente che ignora la richiesta di restituzione di un bene aziendale. Antonio, ex rappresentante, ignora la richiesta di restituzione di un tablet aziendale e continua a usarlo per fini personali. La condotta, accompagnata dalla consapevolezza dell’obbligo di restituzione, configura il reato di appropriazione indebita. L’elemento chiave è l’inversione del titolo: Antonio trasforma il possesso legittimo (per lavoro) in possesso uti dominus (come proprietario).

L’amministratore di condominio e la gestione dei conti. Marco, amministratore di condominio, accorpa le somme dei vari conti condominiali in un unico conto personale. Nonostante non utilizzi il denaro per sé, questa operazione altera il vincolo di destinazione (la distrazione) delle somme. Questo comportamento configura l’appropriazione indebita, in quanto l’amministratore ha agito come proprietario del fondo, violando il titolo fiduciario.

Il broker assicurativo che trattiene i premi. Giovanni, broker assicurativo, trattiene i premi incassati dai clienti invece di trasferirli alla compagnia. Sebbene intenda restituirli in seguito, il suo comportamento configura il reato di appropriazione indebita. Il delitto si perfeziona nel momento in cui il denaro viene distratto dal vincolo di destinazione preciso (il trasferimento alla compagnia), anche se l’appropriazione è temporanea.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

Il proprietario dell’immobile confiscato che ne rimuove parti. Giuseppe, ex proprietario di una villa confiscata, smonta infissi e porte prima dell’acquisizione formale. Poiché il provvedimento di confisca gli ha tolto ogni diritto di disporre dell’immobile, il suo comportamento non rientra nell’Appropriazione indebita (il bene non era più nella sua disponibilità legittima), bensì nel reato di furto. Questo esempio è cruciale per marcare il confine tra i due delitti.

Il socio di un’attività che si appropria degli utili altrui. Francesco preleva dal conto aziendale la sua quota di utili, ma senza riconoscere la parte spettante al socio, Luca. Francesco potrebbe rispondere di appropriazione indebita, poiché ha sottratto una somma destinata al patrimonio sociale (bene mobile altrui) e ne ha disposto come se fosse interamente sua.

Il cliente che non restituisce l’auto noleggiata. Luigi noleggia un’auto, ma, scaduto il contratto, non la restituisce e ignora le richieste. Questo comportamento configura un caso di appropriazione indebita, in quanto ha trasformato un possesso legittimo (noleggio) in un uso illecito del bene (interversio possessionis). La mancata restituzione, se accompagnata da una manifestazione esplicita di non voler restituire, è la prova del dolo specifico richiesto.


5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sul reato di Appropriazione indebita.

La Corte di Cassazione ha avuto più volte occasione di chiarire i principi applicativi del reato di Appropriazione indebita, precisando quando la condotta integra una vera violazione penale e quando, invece, rientra in una semplice controversia civile. Le sentenze della Cassazione offrono importanti indicazioni interpretative sulla necessità dell’inversione del titolo del possesso (interversio possessionis), sull’elemento intenzionale (dolo specifico) e sulle circostanze che aggravano o escludono la responsabilità penale. Analizzare queste decisioni consente di comprendere meglio come i giudici valutano il comportamento dell’imputato e quali elementi risultano decisivi ai fini della condanna o dell’assoluzione.

Massima: «In tema di appropriazione indebita, il mancato ritiro presso l’ufficio postale della raccomandata con cui l’azienda comunica la volontà di rientrare nel possesso del bene aziendale affidato al dipendente può costituire elemento di prova della consapevolezza dell’imputato dell’obbligo di restituzione, a condizione che ricorrano altri indici dimostrativi di tale conoscenza» (Cass. pen., n. 42482/2023). Spiegazione: Se un’azienda invia una richiesta scritta per riavere un bene aziendale dato in uso a un dipendente, e quest’ultimo ignora la comunicazione, tale comportamento può essere considerato una prova che il soggetto era consapevole di dover restituire il bene. Tuttavia, servono altri elementi per dimostrare che l’omessa restituzione sia stata dolosa e non frutto di una semplice dimenticanza.

Massima: «Integra il delitto di furto, e non quello di appropriazione indebita, la condotta di asportazione delle porte, degli infissi e di altri complementi architettonici posta in essere dal proprietario di un immobile oggetto di provvedimento definitivo di confisca, non avendo il predetto il potere di fruire e di disporre del bene in modo autonomo, al di fuori dei poteri di vigilanza e controllo dell’ente che vi esercita la signoria» (Cass. pen., n. 19949/2023). Spiegazione: Se una persona rimuove elementi strutturali da un immobile che gli è stato confiscato, si configura il furto, non l’appropriazione indebita, perché quel bene non è più nella sua disponibilità giuridica. L’appropriazione indebita, infatti, riguarda solo i beni che una persona detiene legittimamente, mentre il furto implica una sottrazione illecita.

Massima: «Risponde del reato di appropriazione indebita l’amministratore di più condomìni che, senza autorizzazione, faccia confluire i saldi dei conti attivi dei singoli condomìni su un unico conto di gestione a lui intestato, senza che rilevi la destinazione finale del saldo cumulativo ad esigenze personali dell’amministratore o dei condomìni amministrati, in quanto tale condotta comporta di per sé la violazione del vincolo di destinazione impresso al denaro al momento del suo conferimento» (Cass. pen., n. 46875/2021). Spiegazione: Un amministratore di condominio che trasferisce i soldi dei vari condomìni su un unico conto intestato a lui può essere accusato di appropriazione indebita, anche se quei soldi non vengono spesi per fini personali. Questo perché il denaro condominiale ha un vincolo di destinazione specifico e non può essere gestito arbitrariamente.

Massima: «In tema di appropriazione indebita, non può essere eccepita, al fine di esonero da responsabilità, la compensazione con un credito preesistente, ove questo non sia certo, liquido ed esigibile» (Cass. pen., n. 27884/2022). Spiegazione: Se qualcuno trattiene un bene o del denaro altrui sostenendo di essere creditore della vittima, non può giustificare l’appropriazione indebita se il credito non è certo, liquido ed esigibile. In altre parole, chi detiene un bene non può decidere autonomamente di compensare un presunto debito senza una decisione legale che lo autorizzi.

Massima: «Nel caso di noleggio di breve durata, allo scadere del termine si configura un obbligo di restituzione tempestiva che, ove non adempiuto in assenza di giustificazioni, si configura quale ‘interversio possessionis’ ai sensi dell’art. 646 cod. pen., anche in assenza di una richiesta di restituzione del noleggiatore» (Cass. pen., n. 6998/2019). Spiegazione: Quando si prende un’auto a noleggio per un periodo limitato, è obbligatorio restituirla alla scadenza del contratto. Se il noleggiatore non la restituisce e continua a usarla senza giustificazione, commette appropriazione indebita, anche se il proprietario non gli ha formalmente richiesto la restituzione.

Massima: «Il delitto di appropriazione indebita è reato istantaneo che si consuma con la prima condotta appropriativa, nel momento in cui l’agente compie un atto di dominio sulla cosa con la volontà espressa o implicita di tenere questa come propria, con la conseguenza che il momento in cui la persona offesa viene a conoscenza del comportamento illecito è irrilevante ai fini della individuazione della data di consumazione del reato e di inizio della decorrenza del termine di prescrizione» (Cass. pen., n. 15735/2020). Spiegazione: L’appropriazione indebita si consuma nel momento in cui la persona decide di trattenere il bene altrui come proprio, e non quando la vittima se ne accorge. Questo principio è fondamentale per stabilire il termine di prescrizione, che decorre dalla prima condotta appropriativa.

Massima: «Integra il delitto di appropriazione indebita la condotta del ‘broker’ assicurativo che, nella sua qualità ed autorizzato all’incasso, si sia appropriato delle somme percepite quali premi per polizze assicurative» (Cass. pen., n. 39396/2019). Spiegazione: Se un intermediario assicurativo incassa il denaro per il pagamento delle polizze e invece di trasferirlo alla compagnia se ne appropria, commette appropriazione indebita. Anche se il cliente ha versato regolarmente la somma, il broker non può trattenere quei soldi perché hanno una destinazione specifica.


6. Cosa fare se sei coinvolto nel reato di Appropriazione indebita.

Il reato di Appropriazione indebita si configura quando l’autore, pur avendo la legittima disponibilità di un bene, compie un’inversione del titolo del possesso, manifestando l’intenzione di appropriarsene definitivamente (dolo specifico). La Cassazione chiarisce che il reato si consuma nel momento di questa manifestazione, anche senza un atto materiale di sottrazione.

Il confine con l’inadempimento contrattuale è sottile, ma la vera leva strategica è la procedibilità: il reato, nella sua forma semplice, è perseguibile solo a querela della persona offesa. Il nostro studio è specializzato nell’analisi di questa linea di confine, fondamentale per chi è accusato (per dimostrare l’assenza di dolo specifico) e per la persona offesa (per trasformare l’inadempienza in un procedimento penale efficace). Per una consulenza legale personalizzata e strategica a Siracusa o Catania, richiedi un appuntamento con il nostro studio visitando la pagina Contatti del sito.