Reato di Rapina – Articolo 628 codice penale

1. Cos’è il reato di Rapina.

La rapina, prevista dall’articolo 628 del Codice Penale, si configura quando una persona utilizza violenza o minaccia per sottrarre beni altrui, al fine di ottenere o mantenere un profitto illecito. È uno dei reati più gravi contro il patrimonio, poiché colpisce non solo il diritto di proprietà, ma anche la libertà e l’incolumità personale della vittima.

Chi è accusato di rapina o chi ne è rimasto vittima deve sapere che la legge prevede pene molto severe, che possono aggravarsi in presenza di circostanze particolari, come l’uso di armi o la partecipazione di più persone. In casi simili, è essenziale rivolgersi a un avvocato penalista esperto in reati contro il patrimonio, capace di fornire una difesa mirata o di tutelare i diritti della persona offesa.

Se hai ricevuto un avviso di garanzia per rapina o desideri approfondire la normativa sull’articolo 628 c.p., puoi richiedere un confronto diretto con un avvocato penalista a Siracusa o Catania per ricevere un’assistenza personalizzata e riservata.


2. Testo dell’articolo 628 codice penale: condotte punite e pene previste.

Per comprendere la pena prevista per la rapina dall’articolo 628 del Codice Penale, è fondamentale analizzare il testo della norma, che descrive in modo puntuale le condotte punite e le sanzioni applicabili. Il reato di rapina si distingue per la particolare gravità della violenza o della minaccia impiegata per sottrarre beni altrui, e la legge prevede pene severe che possono aumentare in presenza di circostanze aggravanti. La lettura dell’articolo consente di capire come il Codice Penale inquadra questa fattispecie e quali siano le conseguenze per chi viene accusato o per chi subisce il reato.

Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza alla persona o minaccia, s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 927 a euro 2.500.

Alla stessa pena soggiace chi adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri l’impunità.

La pena è della reclusione da sei a venti anni e della multa da euro 2.000 a euro 4.000:

se la violenza o minaccia è commessa con armi, o da persona travisata, o da più persone riunite;

se la violenza consiste nel porre taluno in stato d’incapacità di volere o di agire;

se la violenza o minaccia è posta in essere da persona che fa parte dell’associazione di cui all’articolo 416 bis;
3-bis) se il fatto è commesso nei luoghi di cui all’articolo 624 bis o in luoghi tali da ostacolare la pubblica o privata difesa;
3-ter) se il fatto è commesso all’interno di mezzi di pubblico trasporto;
3-quater) se il fatto è commesso nei confronti di persona che si trovi nell’atto di fruire ovvero che abbia appena fruito dei servizi di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro;
3-quinquies) se il fatto è commesso nei confronti di persona ultrasessantacinquenne.

Se concorrono due o più delle circostanze di cui al terzo comma del presente articolo, ovvero se una di tali circostanze concorre con altra fra quelle indicate nell’art. 61, la pena è della reclusione da sette a venti anni, e della multa da euro 2.500 a euro 4.000.

Le circostanze attenuanti, diverse da quella prevista dall’articolo 98, concorrenti con le aggravanti di cui al terzo comma, numeri 3), 3-bis), 3-ter) e 3-quater), non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall’aumento conseguente alle predette aggravanti.


3. Note procedurali dell’articolo 628 codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

La rapina è un reato che comporta conseguenze processuali molto gravi, con una disciplina rigorosa in materia di arresto, misure cautelari e prescrizione. Trattandosi di un delitto punito con pene elevate, l’ordinamento prevede la possibilità dell’arresto in flagranza, l’applicazione di misure cautelari personali restrittive della libertà e termini di prescrizione più lunghi rispetto ad altri reati contro il patrimonio. Conoscere questi aspetti è fondamentale per valutare la posizione dell’indagato o della persona offesa e orientarsi correttamente nelle diverse fasi del procedimento penale.

Arresto e fermo di indiziato

  • Arresto: È obbligatorio in flagranza di reato, come previsto dall’articolo 380, lettera f, del Codice di Procedura Penale (c.p.p.). Le forze dell’ordine devono intervenire immediatamente se colgono l’autore del reato nell’atto di compierlo.
  • Fermo di indiziato di delitto: È consentito ai sensi dell’articolo 384 c.p.p., quando vi siano gravi indizi di colpevolezza e un concreto pericolo di fuga dell’indiziato.

Misure cautelari e intercettazioni

  • Misure cautelari personali: Sono applicabili, come previsto dagli articoli 280 e 287 c.p.p., in caso di rischi di reiterazione del reato, fuga o inquinamento delle prove.
  • Intercettazioni di conversazioni o comunicazioni: Sono consentite come mezzo di ricerca della prova, in base all’articolo 266 c.p.p.. Nel caso di aggravanti previste al terzo comma dell’articolo 628, le intercettazioni possono essere autorizzate anche al di fuori delle condizioni ordinarie, grazie alle disposizioni del D.L. n. 374/01 e del D.Lgs. n. 216/17, che includono l’uso del captatore informatico (trojan).

Autorità giudiziaria competente e procedibilità

  • Autorità giudiziaria competente:
    • Per i reati previsti al primo e secondo comma, è competente il Tribunale monocratico (art. 33-ter c.p.p.).
    • Per i casi più gravi del terzo e quarto comma, è competente il Tribunale collegiale (art. 33-bis c.p.p.).
  • Procedibilità: È d’ufficio, come stabilito dall’articolo 50 c.p.p., il che significa che non è necessaria una querela o una denuncia da parte della vittima.

Termini di custodia cautelare e prescrizione

  • Termini di custodia cautelare: Secondo l’articolo 303 c.p.p., i termini sono di durata media per i reati del primo e secondo comma. Per i reati più gravi previsti dal terzo e quarto comma, il termine iniziale è lungo, anche in forza dell’articolo 407, lettera a, n. 2 c.p.p., mentre gli altri termini sono medi.
  • Prescrizione: Il termine di prescrizione è di 10 anni per i reati del primo e secondo comma, e di 20 anni per quelli più gravi del terzo e quarto comma.

Elementi fondamentali del reato: tipologia, natura ed elemento psicologico

  • Bene tutelato: La norma protegge l’interesse patrimoniale e l’integrità personale della vittima.
  • Tipologia di reato: È un reato comune, che può essere commesso da chiunque.
  • Forma di esecuzione: È vincolata, poiché richiede necessariamente l’uso di violenza o minaccia e la sottrazione della cosa mobile altrui.
  • Natura del reato: È un reato istantaneo, che si consuma nel momento in cui si realizza la sottrazione con violenza o minaccia.
  • Elemento psicologico: Richiede dolo specifico, ossia la volontà di ottenere un ingiusto profitto attraverso la condotta illecita.

Particolarità e limiti del reato

  • Tentativo: È configurabile, ma rimane controversa la configurabilità nei casi in cui si usi violenza o minaccia solo per procurare l’impunità, senza sottrarre la cosa.
  • Declaratoria di non punibilità: Non è ammessa per questo reato.
  • Messa alla prova: Non è concessa, ai sensi dell’articolo 168-bis c.p..
  • Delitto ostativo: Il reato rientra tra i delitti ostativi indicati dal comma 3 dell’articolo 4-bis della legge n. 354/75, con conseguenti limitazioni per i benefici penitenziari.

4. Esempi di casi reali del reato di Rapina.

Per comprendere meglio come viene applicata nella pratica la disciplina della rapina prevista dall’articolo 628 c.p., è utile analizzare alcuni casi reali tratti dalla giurisprudenza. Gli esempi che seguono, basati su sentenze della Corte di Cassazione, mostrano in che modo i giudici interpretano le diverse situazioni concrete e distinguono la rapina da altri reati simili, come il furto aggravato o l’estorsione. Si tratta di ricostruzioni semplificate, con nomi di fantasia, che aiutano a cogliere le differenze tra le varie ipotesi e a comprendere le conseguenze giuridiche delle condotte esaminate.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

Rapina per assicurare il possesso del bottino. Luigi e Marco rubano una borsa da un negozio. Poco dopo, Luigi consegna la borsa a Marco, che utilizza minacce contro un passante che tenta di bloccarlo, per mantenere il possesso della refurtiva. Anche se Marco non ha partecipato al furto iniziale, la sua consapevolezza dell’illecito e l’uso delle minacce configurano il reato di rapina impropria.

Utilità non economica come profitto del reato. Alessio sottrae con violenza il cellulare dell’ex fidanzata per accedere a messaggi compromettenti e rivelarli al padre di lei, con l’intento di interrompere la loro relazione. In questo caso, il profitto perseguito da Alessio è morale, ma comunque sufficiente a configurare il reato di rapina.

Rapina aggravata dalla presenza di più persone. Paolo e Roberto, travisati con cappucci, si introducono in un negozio. Paolo si impossessa del denaro della cassa, mentre Roberto minaccia con un’arma il cassiere per impedirgli di reagire. L’azione simultanea e coordinata dei due aumenta la capacità intimidatoria e configura la rapina aggravata dalla presenza di più persone.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

Rapina impropria durante una fuga. Sara si trova in un supermercato quando sorprende un ladro che nasconde della merce sotto la giacca. Dopo essere stato scoperto, il ladro la spinge violentemente per guadagnarsi la fuga. Anche se la sottrazione era già avvenuta, la violenza usata per scappare configura il reato di rapina impropria.

Rapina aggravata contro una persona anziana. Giovanni, un uomo di 70 anni, viene seguito da Luca fuori da una banca. Dopo aver prelevato denaro, Giovanni è aggredito fisicamente da Luca, che gli sottrae il portafoglio. L’età avanzata della vittima costituisce un’aggravante specifica del reato di rapina.

Rapina su un mezzo pubblico. Martina è su un autobus quando un individuo le sottrae con violenza lo smartphone. L’aggressore approfitta del luogo affollato e della difficoltà di reazione della vittima per completare il reato. La commissione della rapina su un mezzo pubblico configura un’aggravante specifica.

Per affrontare situazioni di questo tipo, sia che tu sia vittima sia che tu sia il presunto autore, è fondamentale agire con rapidità e con l’assistenza di un legale esperto in diritto penale. Ogni dettaglio può influire sull’esito del caso, ed è importante valutare le circostanze con attenzione.

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5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sul reato di Rapina.

La Corte di Cassazione ha avuto modo di pronunciarsi più volte sul reato di rapina, fornendo interpretazioni fondamentali per comprendere la portata applicativa dell’articolo 628 c.p. e i confini tra questa fattispecie e altri delitti affini. Le massime della Cassazione chiariscono quali condotte integrano effettivamente la rapina, quando la violenza o la minaccia assumono rilievo penale e in quali casi è possibile riconoscere circostanze attenuanti o aggravanti. Analizzare queste decisioni permette di comprendere l’orientamento dei giudici e di valutare con maggiore consapevolezza le strategie difensive o le tutele disponibili per la persona offesa.

Massima: «Integra il delitto di rapina impropria la condotta di colui che, non avendo partecipato alla sottrazione della cosa mobile altrui, riceva immediatamente dopo dall’agente il provento della sottrazione e ponga in essere violenza o minaccia per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta o per procurare a sé o ad altri l’impunità, sempre che sia consapevole dell’illecita sottrazione del bene consegnatogli» (Cass. pen., n. 29044/2023). Spiegazione: Anche chi non partecipa direttamente al furto ma riceve la refurtiva e utilizza violenza o minacce per mantenerne il possesso può essere imputato di rapina impropria, purché consapevole che il bene sia stato ottenuto illegalmente. Questo principio estende la responsabilità anche a chi interviene successivamente per proteggere il bottino o garantirsi l’impunità.

Massima: «Nel delitto di rapina il profitto può concretarsi in qualsiasi utilità, anche non economica o meramente morale, e in qualsiasi soddisfazione o godimento che l’agente si riprometta di trarre, anche non immediatamente, dalla propria azione, a condizione che la condotta sia attuata impossessandosi con violenza o minaccia della cosa mobile altrui e sottraendola a chi la detiene» (Cass. pen., n. 37861/2023). Spiegazione: La rapina non si limita al guadagno economico: anche un vantaggio morale o personale può essere considerato il profitto richiesto dal reato, purché ottenuto tramite violenza o minacce. Questa interpretazione amplia l’ambito di applicazione della norma, includendo scopi non materiali.

Massima: «In tema di rapina, è legittima l’applicazione cumulativa dell’aggravante comune di cui all’art. 112, n. 1, cod. pen. e dell’aggravante speciale di cui all’art. 628, comma primo, cod. pen., posto che la prima punisce più severamente la maggior pericolosità insita nella compartecipazione al reato di una pluralità di persone, idonea a determinare una più incisiva capacità criminale del gruppo, mentre la seconda sanziona più gravemente la maggiore forza intimidatrice derivante dalla violenza o della minaccia promanante simultaneamente da più persone compresenti all’azione predatoria, cui fa riscontro la minorata possibilità di difesa della vittima» (Cass. pen., n. 25274/2023). Spiegazione: Quando una rapina è commessa da più persone, si possono applicare sia l’aggravante comune della partecipazione collettiva sia l’aggravante speciale della maggiore forza intimidatoria. Questo sottolinea la gravità delle azioni di gruppo, che accrescono il danno e la paura subita dalla vittima.

Massima: «La circostanza aggravante speciale, prevista, per il delitto di rapina, dall’art. 628, comma terzo, n. 3-quinquies, cod. pen., è correlata al dato del superamento dell’età di sessantacinque anni da parte della persona offesa, e non alla presunzione relativa di maggior vulnerabilità della vittima in ragione dell’età» (Cass. pen., n. 17320/2022). Spiegazione:
L’aggravante si applica automaticamente se la vittima ha più di 65 anni, indipendentemente dalla sua reale vulnerabilità. La norma è pensata per tutelare maggiormente le fasce d’età ritenute potenzialmente più fragili.

Massima: «In tema di rapina, benché l’ambito di operatività dell’art. 61, n. 5, cod. pen., di portata più ampia, coincida con quello dell’aggravante di cui all’art. 628, terzo comma, n. 3-bis) cod. pen. allorché la condotta avvenga in un «luogo tale da ostacolare la pubblica o privata difesa», l’aggravante prevista dall’art. 628 prevale, in quanto speciale, su quella comune di cui all’art. 61, n. 5.» (Cass. pen., n. 14489/2022). Spiegazione:
Quando la rapina avviene in un luogo che rende difficile la pubblica o privata difesa, prevale l’aggravante specifica prevista per la rapina rispetto a quella generale. Questo evidenzia la maggiore gravità delle rapine in contesti che riducono ulteriormente la capacità di reazione della vittima.

Massima: «Integra il delitto di rapina anche la condotta di sottrazione di un’autovettura munita di sistema di antifurto satellitare, in quanto tale strumento non esclude che il soggetto passivo perda, almeno fino al momento di attivazione del sistema di rilevazione satellitare, il controllo materiale e giuridico sulla cosa sottratta» (Cass. pen., n. 39711/2018). Spiegazione: Anche se l’auto è dotata di un antifurto satellitare, il reato di rapina si configura quando il proprietario perde il controllo del mezzo, anche solo temporaneamente. L’agente non può giustificare il reato con la possibile localizzazione futura del veicolo.

Massima: «È configurabile il delitto di rapina, e non quello di violenza privata, quando la persona offesa sia costretta, con violenza o minaccia, a consegnare un proprio bene, anche per un uso meramente momentaneo, e ne perda il controllo durante l’utilizzo da parte dell’agente, il quale, in tal modo, consegue l’autonoma disponibilità della cosa». (Cass. pen., n. 16819/2019). Spiegazione: Se la vittima è costretta con violenza o minaccia a consegnare un bene e ne perde il controllo, si configura il reato di rapina, anche quando l’agente utilizza il bene solo per scopi temporanei.

Per affrontare questioni legate al reato di rapina, sia come vittima che come presunto autore, è essenziale comprendere le implicazioni giuridiche e agire con tempestività. Ogni dettaglio, come le circostanze aggravanti o il contesto del reato, può influire sulle conseguenze legali.

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6. Cosa fare se sei coinvolto nel reato di Rapina.

La rapina è un reato grave, disciplinato dall’articolo 628 del Codice Penale, che si realizza quando si sottraggono beni altrui mediante violenza o minaccia, con l’obiettivo di ottenere un profitto, sia economico sia morale. La giurisprudenza ha chiarito che il reato si configura anche in situazioni meno evidenti, come il mantenimento della refurtiva attraverso comportamenti violenti, l’uso di intimidazioni in contesti che limitano la difesa della vittima o l’aggressione a persone particolarmente vulnerabili, come gli anziani.

Comprendere la normativa e le interpretazioni della Corte di Cassazione è essenziale per chiunque si trovi coinvolto in una vicenda legata alla rapina, sia come presunto autore sia come vittima. Fattori come il luogo del reato, le modalità dell’azione e lo scopo perseguito possono incidere in modo significativo sulle conseguenze legali.

Per tutelare i propri diritti o affrontare nel modo migliore una situazione di questo tipo, è indispensabile rivolgersi a un avvocato penalista esperto, capace di analizzare ogni dettaglio del caso e valutare le possibili strategie difensive o azioni risarcitorie. Una consulenza personalizzata permette di affrontare la complessità del reato e delle circostanze aggravanti con la necessaria preparazione. Per ricevere assistenza legale su misura, è possibile contattare un professionista qualificato attraverso la sezione Contatti del sito, ottenendo supporto immediato e riservato.