Reato di Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche – Articolo 640-bis codice penale

1. Cos’è il reato di Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

La Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, prevista dall’Articolo 640-bis del Codice Penale, è un delitto di particolare gravità perché lesiona direttamente il patrimonio dello Stato o di altri enti pubblici. Si configura quando una persona, attraverso artifici o raggiri, riesce a ottenere sovvenzioni, finanziamenti o contributi pubblici senza averne diritto, causando un danno economico agli enti erogatori.

Questo reato è sempre aggravato per la natura pubblica dei fondi ed è perseguito d’ufficio. Data la complessità delle indagini – che spesso si concentrano su documentazione amministrativa e flussi finanziari – e la severità delle pene (che superano i limiti della truffa comune), la sua contestazione richiede una difesa penale mirata e competente fin dalle prime fasi.


2. Testo dell’articolo 640-bis codice penale: condotte punite e pene previste.

L’Articolo 640-bis del Codice Penale descrive in modo preciso le condotte punite e le pene previste per la Truffa aggravata ai danni dello Stato o di altri enti pubblici. La norma stabilisce che l’uso di artifici o raggiri per ottenere fondi pubblici illecitamente comporta un aggravamento delle sanzioni rispetto alla truffa semplice, riflettendo la particolare gravità del danno arrecato alla collettività. La comprensione della norma è fondamentale per valutare la portata delle accuse e le possibili strategie difensive in procedimenti ad alta risonanza.

La pena è della reclusione da due a sette anni e si procede d’ufficio se il fatto di cui all’articolo 640 riguarda contributi, sovvenzioni, finanziamenti, mutui agevolati ovvero altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o delle Comunità europee.


3. Note procedurali dell’articolo 640-bis codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

Dal punto di vista procedurale, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche presenta aspetti di rilievo che incidono concretamente sulla posizione dell’indagato o dell’imputato e sulla tutela della persona offesa. In questi casi, possono trovare applicazione misure cautelari personali o reali, come il sequestro dei beni o la custodia cautelare, a seconda della gravità dei fatti e delle prove raccolte. È inoltre importante conoscere i tempi di prescrizione del reato, le ipotesi di arresto in flagranza e le modalità con cui si svolge l’indagine preliminare, elementi che determinano l’evoluzione del procedimento penale e la strategia difensiva più opportuna.

  • Arresto in Flagranza e Fermo di Indiziato: L’arresto è facoltativo (Art. 381 c.p.p.). Il Fermo di indiziato di delitto è consentito (Art. 384 c.p.p.), applicabile in presenza di gravi indizi di colpevolezza e pericolo di fuga.
  • Misure Cautelari e Intercettazioni: Le misure cautelari personali sono pienamente consentite (Artt. 280 e 287 c.p.p.) per prevenire la reiterazione del reato o la fuga. Le Intercettazioni sono ammesse come mezzo di ricerca della prova (Art. 266 c.p.p.).
  • Autorità Giudiziaria Competente: La competenza è attribuita al Tribunale monocratico (Art. 33-ter c.p.p.). L’Udienza preliminare è prevista (Artt. 416 e 418 c.p.p.).
  • Procedibilità: Il reato è procedibile d’ufficio (Art. 50 c.p.p.), a prescindere dalla querela della persona offesa, data la natura pubblica del patrimonio leso.
  • Bene Tutelato e Natura del Reato: L’obiettivo è una tutela rafforzata dei beni patrimoniali derivanti da prestazioni pubbliche. È un’aggravante del reato base di truffa, con forma di esecuzione vincolata (artifizi/raggiri). Il reato ha natura istantanea, ma la sua consumazione avviene al momento della prima indebita percezione, e le percezioni successive possono intensificare la gravità.
  • Prescrizione e Pene Accessorie: Il termine di prescrizione è di 7 anni, con possibilità di estensione fino alla metà (Art. 161, comma 2, c.p.) in caso di atti interruttivi. Prevede la pena accessoria di Incapacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione (Art. 32-quater c.p.).
  • Elemento Psicologico e Tentativo: Richiede dolo generico (consapevolezza e volontà di ottenere un profitto ingiusto). Il Tentativo è configurabile.
  • Benefici: La Declaratoria di non punibilità per tenuità del fatto è possibile. L’istituto della Messa alla prova (Art. 168-bis c.p.) è consentita, nonostante sia un’aggravante del reato base di truffa.

4. Esempi di casi reali del reato di Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Per comprendere in modo concreto il reato di Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, è utile esaminare alcuni casi reali che mostrano come l’artifizio colpisca le procedure amministrative e in quali circostanze l’accusa viene mossa.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

Mario, imprenditore agricolo. Mario, titolare di un’azienda agricola, ottiene un finanziamento regionale presentando una falsa dichiarazione di spese sostenute per attrezzature mai acquistate. L’artifizio o raggiro consiste nell’uso della falsa documentazione che induce l’ente erogatore in errore. Questo caso è l’esempio classico del reato: la frode è finalizzata al conseguimento diretto di un fondo pubblico, e la procedibilità è sempre d’ufficio.

Giulia, amministratrice di una società radiofonica. Giulia, amministratrice di una società radiofonica, richiede contributi pubblici attribuendo falsamente ricavi e dipendenti a una società satellite priva dei requisiti necessari. La contestazione di truffa aggravata nasce dalle discrepanze contabili, dove l’artifizio è la manipolazione della struttura societaria per apparire idonei. La difesa deve qui concentrarsi sul dimostrare l’assenza di dolo o la non idoneità dell’artifizio.

Luigi, sindaco di un piccolo comune. Luigi, sindaco di un piccolo comune, utilizza documenti falsificati per richiedere fondi regionali destinati a ristrutturazioni. Sebbene il denaro sia speso per il Comune, le modalità illecite di ottenimento configurano la truffa aggravata ai danni della Regione. L’uso della qualifica pubblica (sindaco) e l’oggetto della frode (fondi pubblici) rendono l’accusa estremamente grave.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

Anna, funzionaria regionale. Anna, funzionaria regionale, scopre la documentazione falsa (fatture mai emesse) presentata da una società per ottenere contributi. Anche se i fondi sono già erogati (danno consumato), la sua azione di controllo incrociato e la successiva denuncia sono fondamentali. Il suo ruolo di “persona offesa” qui è in rappresentanza dell’ente pubblico (la vera vittima), e la sua testimonianza è cruciale per la prova del raggiro.

Marco, responsabile di un ente energetico. Marco, responsabile di un ente energetico, scopre che un’azienda ha ottenuto certificati bianchi (incentivi) dichiarando falsamente interventi di risparmio energetico mai eseguiti. La segnalazione all’autorità giudiziaria avvia il procedimento per truffa aggravata. Questo caso dimostra come il reato colpisca non solo il bilancio finanziario, ma anche gli obiettivi di interesse pubblico (risparmio energetico).

Elena, dirigente di un’agenzia per le PMI. Elena, dirigente di un’agenzia PMI, scopre che un imprenditore ha ottenuto un prestito garantito dal fondo presentando un’autocertificazione mendace sui ricavi. Dopo la verifica, Elena sporge denuncia. L’uso di autocertificazioni false costituisce l’artifizio o raggiro necessario per la configurazione del reato, arrecando danno al fondo destinato alle piccole imprese.


5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sul reato di Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha avuto un ruolo fondamentale nel chiarire i confini applicativi della Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (Art. 640-bis c.p.), precisando quando una condotta può considerarsi penalmente rilevante. Le pronunce più significative spiegano come devono essere interpretati gli artifici o raggiri (spesso documentali) in danno all’ente pubblico, quali elementi dimostrano l’intento fraudolento e la specifica lesione al patrimonio collettivo. Analizzare queste decisioni aiuta a comprendere l’orientamento dei giudici e a valutare in modo più consapevole le possibilità di difesa o di tutela.

Massima: «In tema di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, la confisca del profitto del reato non può essere disposta nel caso di restituzione integrale all’Erario della somma anticipata dallo Stato, poiché tale comportamento elimina in radice l’oggetto della misura ablatoria che, se disposta, comporterebbe una duplicazione sanzionatoria contrastante i principi costituzionali» (Cass. pen., n. 44189/2022). Spiegazione: Se il soggetto indagato restituisce completamente all’Erario quanto indebitamente percepito, non può essere applicata la confisca del profitto illecito. Questo evita che il colpevole sia punito due volte per lo stesso fatto, garantendo il rispetto dei principi costituzionali di proporzionalità delle sanzioni.

Massima: «È configurabile il reato di indebita percezione di erogazione in danno dello Stato, e non quello di truffa aggravata cui all’art. 640-bis cod. pen., in caso di conseguimento di un prestito bancario assistito dalla garanzia del Fondo per le PMI sulla base di una dichiarazione mendace, atteso che il finanziamento viene erogato sulla base della sola autocertificazione dell’imprenditore senza alcun controllo della sua veridicità» (Cass. pen., n. 2125/2021). Spiegazione: Quando un finanziamento è ottenuto tramite autocertificazioni false ma senza artifici o raggiri, si applica il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316-ter c.p.), non quello di truffa aggravata, che richiede una condotta fraudolenta più articolata.

Massima: «In tema di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, assume valenza decettiva la condotta del responsabile di una società che, al fine di ottenere agevolazioni finanziarie, falsifica la riferibilità di dati essenziali, come il fatturato medio e il numero di dipendenti, impedendo i controlli delle autorità» (Cass. pen., n. 33497/2021). Spiegazione: La falsificazione di dati aziendali chiave per ottenere contributi pubblici rappresenta una truffa aggravata. Questo tipo di condotta inganna le autorità e ostacola la verifica della legittimità delle richieste.

Massima: «Il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche può concorrere sia con quello di frode nelle pubbliche forniture sia con il reato di corruzione, in quanto l’accordo corruttivo può indurre in errore altri funzionari o organi di controllo» (Cass. pen. n. 15487/2021). Spiegazione: La truffa aggravata può coesistere con altri reati, come la corruzione o la frode nelle pubbliche forniture. Ad esempio, subappalti non autorizzati in un contesto corruttivo possono costituire reati autonomi.

Massima: «Integra il delitto di truffa aggravata, in forma consumata e non tentata, la condotta di colui che ottiene il rilascio di Titoli di Efficienza Energetica (TEE) attraverso artifici e raggiri, poiché il reato si consuma al momento della loro emissione, che realizza il profitto e il conseguente evento di danno» (Cass. pen., n. 11136/2020). Spiegazione: Il reato di truffa aggravata si perfeziona con il conseguimento del profitto illecito. Per i certificati energetici, il rilascio stesso rappresenta l’evento che concretizza il danno e il guadagno illecito.

Massima: «In tema di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, la condotta si perfeziona solo con la presentazione di rendiconti supportati da falsi documenti giustificativi, perché da quel momento è consentito il trattenimento delle somme percepite» (Cass. pen., n. 12278/2020). Spiegazione: Il reato si perfeziona quando vengono presentati documenti falsi per trattenere indebitamente le somme erogate, non al momento della semplice approvazione del finanziamento.

Massima: «Nel reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, la falsificazione anche di uno soltanto dei contratti sui quali si basa la richiesta di contributo determina l’illiceità dell’intero contributo erogato, che diviene complessivamente ‘profitto ingiusto’ » (Cass. pen., n. 53650/2016). Spiegazione: Basta falsificare un singolo documento per rendere illegittimo l’intero contributo pubblico. Tutte le somme percepite sono considerate profitto illecito, anche se parte della documentazione è regolare.


6. Cosa fare se sei coinvolto nel reato di Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

La Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche è un reato complesso e sempre aggravato, che comporta gravi conseguenze penali e ripercussioni patrimoniali sui fondi pubblici. Comprendere le condotte punite, la severità delle pene e il fatto che il reato è procedibile d’ufficio è fondamentale sia per chi deve difendersi, sia per chi intende tutelare i propri diritti.

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