Reato di Invasione di terreni o edifici – Articolo 633 codice penale

1. Cos’è il reato di Invasione di terreni o edifici.

L’Invasione di terreni o edifici è un reato disciplinato dall’Articolo 633 del Codice Penale, collocato tra i delitti contro il patrimonio. La norma punisce chi si introduce arbitrariamente in terreni o immobili altrui—siano essi pubblici o privati—con il dolo specifico di occuparli o di trarne profitto. Questo delitto tutela primariamente il diritto di possesso e godimento del bene.

La pena prevista è la reclusione da uno a tre anni, ma la sua severità aumenta drasticamente se il fatto è commesso da più persone o da soggetti armati. La distinzione cruciale risiede nella procedibilità: nelle ipotesi ordinarie si procede a querela della persona offesa, mentre in presenza di specifiche aggravanti il procedimento è avviato d’ufficio. L’analisi della sussistenza di questo dolo specifico di occupazione è il primo snodo strategico del procedimento.


2. Testo dell’articolo 633 codice penale: condotte punite e pene previste.

L’Articolo 633 del Codice Penale definisce in modo specifico il reato di Invasione di terreni o edifici, punendo chi si introduce e rimane in un immobile altrui arbitrariamente e con il dolo specifico di occuparlo o di trarne profitto. Il reato mira a tutelare la proprietà e il possesso contro comportamenti invasivi. Analizzare il testo è cruciale per comprendere come la pena—la cui severità dipende dalla presenza di aggravanti (più persone, uso di armi)—si differenzi dal semplice illecito civile.

Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 103 euro a 1.032 euro.

Si applica la pena della reclusione da due a quattro anni e della multa da euro 206 a euro 2.064 e si procede d’ufficio se il fatto è commesso da più di cinque persone o se il fatto è commesso da persona palesemente armata.

Se il fatto è commesso da due o più persone, la pena per i promotori o gli organizzatori è aumentata.


3. Note procedurali dell’articolo 633 codice penale: arresto, misure cautelari, prescrizione…

Sul piano procedurale, il reato di Invasione di terreni o edifici presenta caratteristiche che incidono in modo significativo sulla gestione del procedimento penale. Nella forma base, di competenza del Giudice di Pace, non è previsto l’arresto né il fermo, e sono escluse le misure cautelari più restrittive. Comprendere questi aspetti è cruciale, poiché l’azione penale è legata alla querela e la strategia difensiva si concentra proprio sulla prova della non sussistenza delle aggravanti che innalzano la competenza e le pene.

  • Arresto e Fermo di Indiziato: L’arresto è non consentito per il comma 1. Diventa facoltativo solo per il comma 2 (Art. 381 c.p.p.). Il Fermo di indiziato di delitto è non consentito in alcun caso, anche in presenza di gravi indizi.
  • Misure Cautelari e Intercettazioni: Per il comma 1, non sono previste misure cautelari. Per il comma 2, sono consentite solo misure non custodiali (Art. 280 c.p.p.). È cruciale notare che gli arresti domiciliari non possono essere scontati nell’immobile occupato abusivamente (Art. 284 c.p.p.). Le Intercettazioni sono ammesse solo per le ipotesi più gravi (comma 2 e 3).
  • Autorità Giudiziaria Competente: Per l’ipotesi semplice (comma 1), la competenza è del Giudice di Pace. La competenza passa al Tribunale monocratico solo in presenza di specifiche aggravanti (Art. 639-bis c.p.p.). In tal caso, il Giudice di Pace può applicare pene alternative alla reclusione (Multa, Permanenza domiciliare o Lavoro di pubblica utilità).
  • Procedibilità: Per il comma 1, il reato è perseguibile a querela di parte. La procedibilità è d’ufficio solo per le ipotesi più gravi (comma 2 e parte del comma 3) quando ricorrono le aggravanti.
  • Natura del Reato e Dibattito sulla Permanenza: L’orientamento prevalente considera il reato permanente (si protrae finché dura l’occupazione). Tuttavia, la Cassazione ha posto limiti a tale permanenza, evitando di considerare l’occupazione successiva come un’azione in flagranza continua. Il reato è di forma libera e si perfeziona con l’azione materiale di invasione.
  • Elemento Psicologico e Tentativo: È richiesto il dolo specifico (consapevolezza dell’arbitrarietà e intenzione di trarre profitto o occupare l’immobile). Il Tentativo è configurabile.
  • Benefici e Giudizio: L’Udienza preliminare non è prevista (Art. 550 c.p.p.). È ammessa la Messa alla prova e la Non punibilità per tenuità del fatto, quest’ultima soggetta alle limitazioni previste per la competenza del Giudice di Pace.

4. Esempi di casi reali del reato di Invasione di terreni o edifici.

Per comprendere come si configura il reato di Invasione di terreni o edifici, è utile analizzare alcuni casi pratici che chiariscono come la giurisprudenza interpreti l’arbitrarietà della condotta e l’intento di appropriazione d’uso, distinguendoli dalle semplici controversie civili.

Esempi dal punto di vista del presunto autore.

L’occupazione dell’alloggio popolare dopo la morte del titolare. Giovanni, alla morte del padre assegnatario, continua a vivere nell’alloggio di edilizia residenziale pubblica senza averne più alcun titolo legale. La sua permanenza, sebbene finalizzata alla propria abitazione e con pagamento delle utenze, è considerata arbitraria. Viene denunciato per invasione di edificio ai sensi dell’Art. 633 c.p. perché il dolo specifico di occupazione permane nonostante l’assenza di violenza iniziale.

L’occupazione di un immobile pignorato in attesa della vendita all’asta. Stefano, ex proprietario, continua a vivere nell’appartamento pignorato e messo all’asta, impedendo il possesso al custode giudiziario. La sua condotta configura occupazione abusiva di immobile sottoposto a procedura esecutiva. Questo esempio evidenzia come l’invasione colpisca non solo il patrimonio, ma anche l’autorità giudiziaria che gestisce la procedura esecutiva.

L’occupazione abusiva di un ufficio comunale per protesta. Un gruppo di attivisti, incluso Luca, occupa un ufficio comunale per protesta. Sebbene l’intenzione non fosse stabilirsi permanentemente, la condotta è considerata invasione arbitraria con finalità di utilizzazione dell’immobile (per fini politici/protesta). L’Art. 633 c.p. è configurato perché lo scopo (trarne un profitto d’uso, anche non economico) è soddisfatto.

Esempi dal punto di vista della persona offesa.

L’imprenditore che trova il suo capannone occupato da estranei. Antonio, titolare di un’azienda, scopre che un gruppo di persone si è insediato nel suo capannone industriale inutilizzato. L’invasione gli impedisce di affittare o utilizzare il bene, causando un danno economico. L’azione degli occupanti viene denunciata per invasione di edificio, poiché l’occupazione arbitraria è finalizzata al ricovero (un ingiusto profitto d’uso).

L’agricoltore che subisce l’occupazione del suo terreno da parte di vicini. Francesco, agricoltore, subisce l’invasione del suo terreno agricolo da parte del confinante che inizia a passarci con i mezzi, devastando le coltivazioni. La condotta rappresenta una turbativa concreta del diritto di proprietà e possesso, che si configura come invasione di terreno con concorso nel reato di danneggiamento (o Deviazione di Acque, a seconda del contesto). La querela è necessaria per avviare il procedimento.

L’ente pubblico che scopre l’occupazione abusiva di un edificio destinato a servizi sociali. Un Comune scopre che un edificio pubblico destinato a servizi sociali è stato occupato abusivamente come abitazione di fortuna. La segnalazione alle autorità porta al procedimento d’ufficio per il reato di invasione di edificio pubblico. Questo esempio mostra la differenza procedurale: quando il bene è pubblico, la gravità è tale da consentire l’azione penale senza attendere la querela.


5. Cosa dice la Cassazione (con spiegazione) sul reato di Invasione di terreni o edifici.

La Corte di Cassazione ha più volte chiarito i confini applicativi del reato di Invasione di terreni o edifici (Art. 633 c.p.). Le pronunce della Suprema Corte aiutano a comprendere quando un comportamento integra effettivamente un’invasione penalmente rilevante e quando, invece, si tratta di una semplice controversia civile sul possesso. Attraverso le sentenze più significative, la giurisprudenza ha precisato il dolo specifico di occupazione e la natura (permanente) del reato, offrendo criteri utili per valutare la responsabilità penale di chi occupa un immobile senza titolo.

Massima: «Integra il reato di cui all’art. 633 cod. pen. la condotta di chi, ospitato in un immobile di edilizia residenziale pubblica in virtù del rapporto di parentela con il legittimo assegnatario, vi permanga anche dopo il decesso di quest’ultimo, comportandosi come ‘dominus’ o possessore» (Cass. pen., n. 27041/2023). Spiegazione: Se una persona vive in un alloggio popolare con un familiare assegnatario e, dopo la morte di quest’ultimo, decide di continuare a occupare l’immobile senza titolo, si configura il reato di invasione di edifici. Il rapporto di parentela non legittima il diritto di rimanere nell’immobile senza una nuova assegnazione regolare.

Massima: «Ai fini della procedibilità del delitto di cui all’art. 633 cod. pen., nel caso in cui abbia ad oggetto un immobile sottoposto a procedura esecutiva, legittimato a proporre querela è sia il proprietario, in quanto titolare del bene fino al termine della procedura, che subisce la lesione del diritto, sia, in qualità di legittimato concorrente, ma non esclusivo, il creditore procedente, titolare dell’interesse al mantenimento dell’immobile in buone condizioni» (Cass. pen., n. 3103/2022). Spiegazione: Quando un immobile è stato pignorato e messo all’asta, sia il proprietario originario (fino al completamento della procedura) che il creditore procedente hanno diritto a denunciare l’occupazione abusiva. Questo avviene per garantire che l’immobile resti in condizioni adeguate alla vendita.

Massima: «Ai fini della perseguibilità di ufficio del delitto di invasione di terreni o edifici, devono considerarsi ‘pubblici’ – secondo la nozione che si ricava dagli art. 822 e seg. cod. civ., mutuata dal legislatore penale – i beni appartenenti a qualsiasi titolo allo Stato o ad un ente pubblico, e quindi non solo i beni demaniali ma anche quelli facenti parte del patrimonio disponibile o indisponibile degli enti predetti, e ‘destinati ad uso pubblico’ quelli che appartengono a privati e detta destinazione abbiano concretamente avuto» (Cass. pen., Ordinanza n. 27249/2022). Spiegazione: Il reato di invasione di edifici pubblici si configura non solo nei confronti di beni demaniali, ma anche di immobili di proprietà pubblica destinati a un uso collettivo. Se un privato invade un bene utilizzato per un servizio pubblico, la denuncia può avvenire d’ufficio, senza necessità di querela da parte di un soggetto specifico.

Massima: «Nel reato di invasione di terreni o edifici di cui all’art. 633 cod. pen. la nozione di ‘invasione’ non si riferisce all’aspetto violento della condotta, che può anche mancare, ma al comportamento di colui che si introduce ‘arbitrariamente’, ossia ‘contra ius’ in quanto privo del diritto d’accesso» (Cass. pen., n. 29657/2019). Spiegazione: Per configurare il reato di invasione di terreni o edifici, non è necessario che l’ingresso sia stato compiuto con violenza o effrazione. È sufficiente che l’accesso avvenga senza autorizzazione e contro la volontà del proprietario.

Massima: «Ai fini del dolo specifico richiesto dall’art. 633 cod. pen. occorrono non soltanto la coscienza e la volontà di invadere l’altrui bene ma anche il fine di occupare l’immobile o di trarne profitto» (Cass. pen., n. 19148/2019). Spiegazione: Perché si configuri il reato di invasione di edifici, non basta che una persona entri in una proprietà altrui senza permesso. Deve esserci anche il dolo specifico, cioè l’intenzione di occuparlo stabilmente o di trarne un vantaggio personale. Se l’accesso è occasionale o giustificato da un titolo valido, il reato non sussiste.

Massima: «Ai fini della procedibilità del reato di cui all’art. 633 cod. pen. avente ad oggetto un immobile sottoposto a procedura esecutiva, il custode giudiziario è legittimato a proporre querela ai sensi dell’art. 120 cod. pen.» (Cass. pen., n. 24272/2022). Spiegazione: Quando un immobile è pignorato, il custode giudiziario ha il potere di denunciare eventuali occupazioni abusive. Questo perché il custode ha l’incarico di tutelare l’immobile fino alla vendita all’asta e garantire che resti disponibile per la procedura esecutiva.

Massima: «In tema di invasione di pubblici edifici, l’utilità cui è finalizzata la condotta può essere diretta o indiretta, ed anche solo di ordine morale, sociale o politico, purché comprenda anche l’utilizzazione del bene, sicché non integra il reato l’accesso all’edificio che non sia diretto ad instaurare un potere di fatto sull’immobile da parte dell’agente al fine di goderne» (Cass. pen., n. 26234/2019). Spiegazione: Se una persona entra in un edificio pubblico per manifestare o protestare, senza l’intenzione di occuparlo stabilmente o di trarne un vantaggio personale, il reato potrebbe non sussistere. Tuttavia, se l’azione impedisce il normale utilizzo dell’immobile o crea danni, la condotta può comunque essere punita con altre fattispecie di reato.


6. Cosa fare se sei coinvolto nel reato di Invasione di terreni o edifici.

Il reato di Invasione di terreni o edifici si configura con l’ingresso arbitrario e il dolo specifico di occupare o trarre profitto, senza richiedere l’uso della violenza. La Cassazione ha precisato che la fattispecie si estende a immobili pignorati o alloggi pubblici privi di titolo, ma esclude il reato quando l’accesso è motivato da una protesta priva di finalità occupatorie. La responsabilità penale è legata alla prova del tuo intento di occupazione.

La strategia difensiva si gioca sul dimostrare l’assenza di dolo specifico (il tuo intento) e, nel caso della forma base, sull’opportunità di presentare la querela (se sei la vittima). Il nostro studio è specializzato nell’analisi di questa linea di confine tra illecito penale e controversia civile. Per ricevere una consulenza immediata e riservata e definire la strategia più efficace a Siracusa o Catania, richiedi un appuntamento con il nostro studio visitando la pagina Contatti del sito.